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Francia in lockdown da domani. Germania pronta a chiudere dal 2 novembre

by Ludovica Colli
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Parigi, 29 ott – In Francia torna il lockdown da domani, ma le scuole resteranno aperte. Pronta a chiudere pure la Germania, dove ci sarà una stretta a partire dal 2 novembre. Anche in questo caso però sarà garantita l’apertura delle scuole. Pochi giorni fa ad andare in lockdown era stata l’Irlanda. In Italia, almeno per adesso, il governo giallofucsia non sembra intenzionato a una serrata generale. Anche perché le proteste di piazza contro il coprifuoco alle 18 e le durissime restrizioni del Dpcm lasciano presagire che una serrata generale scatenerebbe un’emergenza sociale, visto che da noi i numeri dell’epidemia non sono paragonabili a quelli di Francia e Germania, soprattutto sul fronte dei ricoveri in terapia intensiva.

“Siamo sommersi”: Macron chiude tutto almeno fino al primo dicembre

Siamo sommersi” dall’accelerazione del coronavirus, ha detto ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, nel discorso alla nazione. Vista la situazione, è più che mai necessario dare “un colpo di freno”. Bar e ristoranti saranno chiusi in Francia a partire da venerdì, quando scatterà il lockdown nazionale, “almeno fino al primo dicembre”. Nessuno potrà uscire di casa senza autocertificazione. Il presidente francese per motivare la serrata generale ha evocato lo scenario di “almeno 400 mila morti in più” entro qualche mese in assenza di misure drastiche contro l’epidemia. I numeri parlano chiaro: sono stati 36.437 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore, secondo il bollettino serale di Santé Publique France. Una cifra che tuttavia resta di diverse migliaia al di sotto della fine della settimana scorsa, quando fu superata quota 50 mila positivi. Le vittime sono 244, per un totale di 35.785 decessi dall’inizio della pandemia. Il tasso di positività è fissato al 18,6%.

Merkel pronta alla stretta: “Dobbiamo evitare emergenza sanitaria”

In Germania, il governo federale e i Land sono pronti a una massiccia limitazione dei contatti su tutto il territorio a partire dal 2 novembre. Tra le ipotesi, la chiusura temporanea di bar e ristoranti mantenendo la consegna a domicilio e le ordinazioni da asporto. Le scuole e gli asili resteranno aperti anche a novembre così come i negozi al dettaglio e all’ingrosso, che dovranno rispettare il limite di un cliente ogni 10 metri quadrati. I campionati degli sport professionistici, inclusi quelli di calcio della Bundesliga, potranno proseguire a novembre soltanto senza pubblico mentre, più in generale, non sono consentiti incontri di oltre due nuclei abitativi insieme, e non si potranno superare le 10 persone. “Il ritmo del virus e della diffusione è particolarmente veloce. Viviamo una crescita esponenziale dei contagi”, ha detto sempre ieri la cancelliera Angela Merkel dopo l’incontro con i Laender, annunciando “misure dure”. “Se il ritmo resta questo si potrà arrivare al sovraccarico del sistema sanitario – ha spiegato -. È assolutamente chiaro che dobbiamo agire e adesso per evitare un’emergenza sanitaria nazionale“. Secondo la Bild, il governo tedesco intende compensare le perdite di fatturato provocate dalla chiusura temporanea delle aziende colpite dal lockdown con 7-10 miliardi. L’ipotesi è che le imprese più piccole siano compensate fino al 75% del loro fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le aziende più grandi fino al 70%. Il numero dei nuovi contagi in Germania, nelle 24 ore, con 14.964 casi, tocca un nuovo record, dopo quello segnato sabato scorso quando erano stati rilevati 14.714 contagi. Ma si tratta di cifre di gran lunga al di sotto di quelle della Francia. Questo spiegherebbe il lockdown in versione “light”.

In Spagna possibili chiusure a livello regionale

Se andiamo a guardare il resto d’Europa, a quanto pare sono previste chiusure anche in Spagna, ma per il momento soltanto a livello regionale. Lo stato d’emergenza varato dal premier Pedro Sanchez qualche giorno fa ha dato la libertà alle regioni di chiudere i propri confini se necessario. Sembrerebbero intenzionate a chiudere Andalusia, Madrid e Castilla y León, che infatti hanno già chiesto un parere ai loro comitati tecnico scientifici in vista del ponte di Ognissanti. Il presidente dell’Andalusia, Juan Manuel Moreno, ha ammesso in un’intervista a Cadena Cope di essere “molto pessimista sulla possibilità di mantenere aperta la regione questo fine settimana”. “Il numero di ricoverati e di terapie intensive ci fa pensare che non sia il momento giusto per autorizzare flussi di persone che entrano e escono dalla regione”, ha fatto presente.

Ludovica Colli

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