Parigi, 18 nov – Da quando esistono gli smartphone e la relativa semplicità e immediatezza nella condivisione di foto e video sui social, sono centinaia di migliaia i “reperti” che testimoniano a volte gli abusi di potere delle forze dell’ordine sui civili o spesso quando semplicemente stanno facendo il loro lavoro. A questo proliferare di immagini vuol porre rimedio l’Eliseo che vara un disegno di legge ad hoc.

Vietato “diffondere immagini della polizia”

Se tale disegno di legge passasse, diventerebbe vietato in Francia condividere immagini di agenti di polizia in servizio. Il provvedimento è parte di un progetto di legge sulla sicurezza, e per il governo francese è necessario per proteggere le forze dell’ordine dagli atti violenti o vendette. Tuttavia il testo della proposta di legge è già oggetto di aspre critiche in Francia.  E’ vietato, infatti, per il testo “diffondere con qualsiasi mezzo, allo scopo o danneggiare la loro integrità fisica o psicologica, l’immagine del viso o qualsiasi altro elemento identificativo di ciascun ufficiale della polizia nazionale o membro della gendarmeria nazionale quando è impegnato in un’operazione di polizia”. E le sanzioni pure non sono da poco, visto che arrivano fino a 45mila euro di multe e un anno di reclusione.

Le critiche della stampa francese

“La pubblicazione di immagini relative agli interventi di polizia è legittima e necessaria per una democrazia funzionante”, sostiene Claire Hédon, difensore civico dei diritti umani. “Che siano filmati da giornalisti con o senza tesserino, cittadini, attivisti per i diritti umani, gli stessi video che denunciano la violenza commessa dai membri delle forze di sicurezza hanno effettivamente permesso all’argomento di apparire nel dibattito democratico”: queste, invece, sono le parole di una lettera congiunta i giornalisti dell’agenzia di stampa Afp, nonché dei tre principali quotidiani nazionali e di molti altri media francesi.

E anche le Nazioni Unite non sono convinte

Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin dichiara: “Chi assiste a un episodio che rientra nel codice penale, avrà il diritto di filmarlo e trasmetterlo al pubblico ministero, ma chi vuole condividerlo ampiamente su Internet, dovrà sfocare i volti di i poliziotti e i gendarmi”. Ma  l’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani presso le Nazioni Unite invece sostiene che questo disegno di legge “potrebbe portare a significative violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare il diritto alla privacy e il diritto alla libertà d’espressione”.

Ilaria Paoletti

Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.

La tua mail per essere sempre aggiornato

10 Commenti

Commenta