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Gas, la Russia chiude i rubinetti. Ritorsione contro l’Europa?

by Roberto Derta
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gas pipelineMosca, 25 nov – Gazprom, il colosso energetico russo, ha deciso di interrompere le forniture di gas naturale a Kiev. La scelta giunge alla luce della mancata richiesta del prezioso idrocarburo da parte dell’ucraina Naftogaz, che ha spiegato di aver accumulato scorte sufficienti. La mossa russa sarebbe quindi un semplice tecnicismo rientrante a pieno titolo nella dinamica domanda/offerta.

Gazprom, tuttavia, non sembra essere dello stesso avviso dell’omologa ucraina. Da parte di Mosca, infatti, si denuncia il mancato pagamento di alcune fatture arretrate. Episodio che rientra a pieno titolo nell’ambito della guerra del gas, ormai latente da anni fra Ucraina e Russia. Guerra che sembrava aver raggiunto una tregua non più tardi dello scorso settembre, quando i due paesi sembravano aver raggiunto un accordo evidentemente ancora non del tutto perfezionato.

Nonostante le abbondanti scorte ucraine, la Russia lancia l’allerta sulle forniture di gas: “La rinuncia da parte di Kiev di acquistare il gas russo crea seri rischi per il transito affidabile del gas in Europa attraverso il territorio ucraino e anche per la fornitura di gas ai consumatori ucraini per il prossimo inverno”, ha spiegato l’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller.

Parole che, al di là delle motivazioni di facciata, assumono più il tono della minaccia. E’ vero che il 12 ottobre le forniture a Kiev erano riprese dopo mesi di stop, ma è anche vero che nei giorni scorsi il monopolista dell’export russo aveva lanciato non pochi avvertimenti. Più di tutto, però, sembra aver fatto l’abbattimento di ieri, per mano turca, del caccia russo. La zona che si snoda Russia-Ucraina-Turchia sta infatti, in questi mesi, diventando cruciale per il futuro del gas. Gli attriti russo-ucraini non sono una novità, come invece è la recente soppressione di South Stream che avrebbe dovuto essere sostituito dal Turkish Stream. Il quale, a sua volta, dopo le tensioni da quando la Russia ha deciso di intervenire in Siria, rischia di naufragare senza aver ancora depositato nemmeno una tubatura.

Intanto, in Europa sono in arrivo le gelate di stagione. Di conseguenza, il consumo di gas tende ad aumentare: che quello russo sia solo un primo avvertimento?

Roberto Derta

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