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Travolti dall’immigrazione: cronache drammatiche dalla Germania

by Francesco Meneguzzo
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Immigrati attendono di notte sul ponte al confine tra Austria e Germania tra Braunau e Simbach

Berlino, 6 nov – Le cronache delle ultime settimane che descrivono una Germania letteralmente inondata da immigrati presunti profughi, e una moltitudine di piccole comunità travolte da masse allogene numericamente molto superiori ai residenti, hanno trovato una sponda politica nel partito Alternativa per la Germania (AfD) che, per bocca del suo portavoce Hansjoerg Mueller, parla senza mezzi termini di un paese sull’orlo dell’anarchia e indirizzato alla guerra civile oppure destinato a diventare una ingovernabile repubblica delle banane.

Con una iniziativa senza precedenti, il capo del distretto di Landshut – in Baviera, vicino a Monaco – Peter Dreier, ha chiamato direttamente la cancelliera Angela Merkel per dirle personalmente che anche se la Germania dovesse ricevere altri milioni di rifugiati, la sua città (Landshut, circa 50mila abitanti e già gravata da oltre 2mila “ospiti) ne ospiterà soltanto altri 1800 e qualsiasi ulteriore elemento sarà messo su un autobus e spedito direttamente alla Cancelleria a Berlino.

Al netto delle possibili esagerazioni, accumulandosi testimonianze sempre più allarmanti soprattutto dalle periferie e dalla provincia, vale la pena ripercorrere un’intervista del rappresentante dell’AfD all’emittente Russia Today.

Con riferimento all’iniziativa di Dreier, che pare aver trovato ampio favore in Baviera, Mueller ha sostenuto che sempre più aree della Germania stanno scivolando verso l’anarchia: se in tempi normali un capo distretto non avrebbe il potere di respingere immigrati, questi non sono tempi normali.

In questa fase, sostiene l’esponente di Alternativa per la Germania, sempre meno è determinato dalla legge e sempre più dal fatto compiuto, quindi da chi nei fatti prende l’iniziativa. Di conseguenza, “se lui [Dreier] spedisce i rifugiati a Berlino… bene, sarà un fatto compiuto!”.

Alla domanda se minacce come quella di Dreier siano in grado di influenzare la politica della Merkel, Mueller replica: “Spero che questa minaccia abbia qualche effetto, ma conoscendo le mosse psicologiche che la Merkel sta facendo in questi giorni, purtroppo non ci credo molto”.

Altri lander seguiranno l’esempio della Baviera, chiede poi Russia Today: “Naturalmente si – risponde Muellerla Baviera è la prima regione perché noi siamo i più colpiti per il momento, vivendo vicino al confine con l’Austria da cui proviene la maggior parte dell’afflusso di rifugiati. Seguiranno la Sassonia e la Turingia: prima di tutto, queste due regioni confinano con la Repubblica Ceca. Im secondo luogo, nella ex Germania est la gente ricorda ancora cosa significhi vivere in una dittatura. Essi avvertono benissimo che la nostra cosiddetta democrazia sta scivolando verso uno stato totalitario. Questa è la mia personale spiegazione della ragione per cui le dimostrazioni in Turingia e Sassonia sono tanto decise e incisive”.

Ancora più drastico un lungo intervento prodotto da un tedesco sotto anonimato, chiamato Alex per comodità, forse un intellettuale o un politico, diffuso dall’intellettuale e ricercatore russo Dmitry Orlov, naturalizzato americano, considerato tra i principali analisti al mondo dei meccanismi di collasso delle società.

Secondo Alex, la stampa tedesca, coerentemente con lo status di paese di fatto occupato dagli Usa da 70 anni a questa parte, riproduce fedelmente la linea di Washington, così come i politici che sempre più tedeschi considerano “traditori del popolo”. Nascondendo il fatto che ormai non si tratta più di una crisi dei rifugiati ma di una vera e propria guerra condotta contro l’Europa per mezzo dell’invasione.

I fattori tempo e scala dell’evento: questo si è sviluppato da Settembre, quando la rotta balcanica si è improvvisamente sovrappopolata, e in circa due mesi sta già minacciando la stabilità complessiva dell’Europa, fino al punto in cui perfino gli stesi “leader” europei stanno iniziando a parlare di fine dell’Unione. Numeri affidabili non ne esistono più, ma il governo tedesco stima il numero di “rifugiati” che sono già arrivati in Germania tra uno e due milioni, quindi – sempre secondo Alex – il numero reale è probabilmente molto più grande.

Quasi tutti i campi sono congestionati, ospitando molte più persone di quanto dichiarato. Alcune città sono costrette a confrontarsi con molti più “rifugiati” rispetto ai propri cittadini, spesso oltre il doppio. Le stime per il prossimo anno puntano a qualcosa tra due e cinque milioni di nuovi “rifugiati”.

Quello che, secondo l’autore tedesco della nota, dovremmo chiederci è come sia possibile che milioni di uomini, in maggioranza maschi giovani, improvvisamente e collettivamente decidano di lasciare indietro le proprie famiglie, il proprio paese, viaggiare migliaia di chilometri e puntare alla Germania, Austria o Svezia, ignorando tutti gli altri paesi sufficiente sicuri attraversati nel loro cammino. Chi ha spiegato loro di agire in questo modo? Da dove hanno ottenuto il denaro necessario ad affrontare il viaggio? Perché non c’è stato assolutamente alcuno sforzo ad alcun confine (salvo quello Ungherese) per fermarli? Perché questi immigranti non sono partiti prima? Dopo tutto, il medio oriente è stato un teatro di guerra per anni, almeno da quando gli Usa hanno iniziato la campagna di “esportazione della democrazia” dopo l’11 settembre.

E ancora, come è potuto accadere tutto questo in una manciata di giorni, al massimo pochissime settimane? Forse le prime centinaia di migliaia hanno incoraggiato gli altri? Se è così, con quali mezzi?

In secondo luogo, prosegue l’intervento diffuso da Dmitry Orlov, perché questi “rifugiati” sono generalmente ben nutriti, ben vestiti, senza segni di stress? Sanno già che le loro famiglie li seguiranno più tardi? E con quali mezzi? Perché questi giovani non sono rimasti nel loro paese per tentare di salvarlo?

E ancora, perché tutti loro posseggono telefoni di alta qualità precaricati con tempi di telefonate apparentemente illimitati?

È chiaro che queste masse di immigrati illegali sono stati esaustivamente istruiti su tutti i tipi di benefici sociali cui possono accedere, e su come esercitare i loro presunti “diritti”, nonché a esercitare qualsiasi aggressività e violenza in caso di resistenza. In effetti su queste colonne avevamo illustrato quello che è molto più di un sospetto…

Come potrebbero altrimenti sapere, per esempio, che è loro dovuto qualsiasi trattamento medico anche costoso?

Sul lato europeo, non c’è ormai più alcun tipo di controllo per queste persone. Ovviamente, sostiene Alex, perché non c’è nemmeno il tempo materiale per controllare il passato di decine di migliaia di “rifugiati” ogni giorno. Per quello che ne sappiamo, chiunque di loro potrebbe essere un criminale, un mercenario o un terrorista. Un numero sconosciuto di questi è affetto da gravi malattie anche infettive, come l’epatite, la tubercolosi e perfino la peste. Nessuno riesce a tracciare i nuovi immigrati, né a registrarli, né a imporre alcune restrizione sulla loro capacità di movimento.

I pochi che si sono registrati lo hanno fatto con passaporti siriani per lo più falsificati e forniti dalla Turchia perfino a neri Africani che con i Siriani non c’entrano niente.

Decine di migliaia di “rifugiati” sono scomparsi dai rispettivi campi di accoglienza, alcuni hanno perfino fermato i treni speciali in mezzo alla campagna tirando i freni di emergenza e scomparendo nel nulla. Dove siano diretti e perché, nessuno lo sa. Nessuno pone domande, ma quello che è chiaro è che abbiamo perso completamente il controllo sul territorio europeo, nell’impotenza delle forze di polizia e anche dei militari.

Se anche si trattasse di una reale emergenza rifugiati, esistono molti altri modi, continua l’intervento, per aiutare questa gente senza rovinare definitivamente i bilanci europei, esito quanto mai prevedibile.

Invece, l’unico mantra ripetuto all’infinito da politici e grande stampa, ma anche dalla Chiesa, è il dovere morale dell’accoglienza a ogni costo, con ogni numero, che in Germania (come in Italia) è protetto da quello che lì viene ormai chiamato il “secondo esecutivo” del governo – il raggruppamento dei militanti “Antifa”, in pratica una forza mobile di pronto intervento che segue tutte le manifestazioni di resistenza del popolo tedesco, come quelle indette di solito ogni lunedì ma anche in altri giorni da Pegida, intervenendo anche con la violenza contro i manifestanti pacifici.

Nonostante le rivolte sporadiche, che possono avere qualche effetto a livello locale, ancora una volta la società tedesca si è piegata all’obbedienza cieca, ma questa volta a differenza di 80 anni la mancanza di un consenso di massa lascia intravedere esiti molto poco pacifici, a meno che non intervenga prima la disintegrazione dell’Europa.

Ha forse ragione, allora, il musulmano del video seguente, che prevede la sottomissione della Germania e dell’Europa non per via militare ma numerica: oggi l’invasione degli adulti, domani l’esuberante natalità cui la più vecchia società europea – quella tedesca, appunto – appare priva di risorse vitali per rispondere adeguatamente.

https://youtu.be/JquXlQTBWOo

Francesco Meneguzzo

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1 commento

Massimo Riti 6 Novembre 2015 - 5:36

La verità fa così male che spesso conviene dire che è una bufala
Oppure basta che i media principali non ne parlino mai che è la stessa cosa
Siamo messi male molto male ….purtroppo

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