Roma, 5 apr – Rabbia, fuochi e macerie, oltre l’altissima tensione mai allentata. E’ ciò che resta degli impressionanti scontri verificatisi a Gerusalemme, all’interno della moschea Al-Aqsa, tra palestinesi e polizia israeliana. Un’irruzione, quella degli agenti di Tel Aviv, in uno dei luoghi considerati più sacri dagli islamici e che rischia di scatenare una rivolta molta pericolosa. Non a caso Hamas ha bollato l’intervento della polizia israeliana come “un crimine senza precedenti”, chiedendo ai palestinesi della Cisgiordania di “andare in massa alla moschea di Al-Aqsa per difenderla”. Ancora più dure le parole di Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, il quale ha avvertito Israele che il raid nella moschea di Al-Aqsa “supera tutte le linee rosse e porterà a una grande esplosione”. Al contrario secondo le autorità israeliane, l’irruzione è stata necessaria per “cacciare gli agitatori” che avevano fuochi d’artificio, bastoni e pietre. Solito botta e risposta che si verifica in questi casi. Ora però la situazione si fa oltremodo incandescente.
Gerusalemme, scontri in moschea. I video
Sui social, oltreché sui media arabi e israeliani, circolano numerosi video degli scontri. Ve ne mostriamo un paio particolarmente emblematici. Il primo:
Il secondo:
La rabbia che cova da giorni
In Palestina il (nuovo) fuoco della rivolta cova da giorni, con la tensione che si è innalzata in particolare con l’uccisione di un fedele islamico lo scorso 2 aprile, al termine delle preghiere rituali nel secondo venerdì di Ramadan. Proprio in prossimità della Spianata delle Moschee di Gerusalemme, il 26enne Mohammed Elasibi, secondo i palestinesi è stato “ucciso a sangue freddo” dalla polizia israeliana. Viceversa secondo gli agenti israeliani il giovane si era prima impadronito della pistola di un poliziotto, sparando colpi verso un gruppo di agenti. “Non c’è dubbio che si sia trattato di un attentato”, ha dichiarato il capo della polizia Koby Shabtay. I leader palestinesi hanno invocato però l’apertura di una commissione di inchiesta su quanto accaduto. Per alcuni deputati arabi, il 26enne Elasibi – un beduino israeliano del Negev che stava per laurearsi in medicina in Romania – aveva una biografia che non lasciava affatto pensare a una persona incline ad attacchi violenti.
Alessandro Della Guglia
1 commento
La reazione del mondo islamico potrebbe essere molto scomoda per tutti gli ebrei in ogni angolo del pianeta. Chi cerca trova.