Il suo ultimo articolo, pubblicato oggi dal Manifesto nonostante le rimostranze della famiglia, approfondiva il tema dei sindacati del lavoratori. “L’Egitto è in coda a tutta le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa. Eppure i sindacati indipendenti non demordono”, spiegava Regeni, che aveva partecipato ad alcune loro riunioni: “Si è appena svolto un vibrante incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati. L’occasione è una circolare del consiglio dei ministri che raccomanda una stretta collaborazione tra il governo e il sindacato ufficiale Etuf, con il fine esplicito di contrastare il ruolo dei sindacati indipendenti e marginalizzarli tra i lavoratori”, scriveva ancora. Secondo alcune indiscrezioni, Regeni aveva in programma di incontrare alcuni attivisti in ambito sindacale per intervistarli e riportare la loro vicenda politica. Non solo: sembra che avesse anche collaborato con loro nell’organizzazione di alcuni scioperi a Giza. Una condotta sufficiente, quella del dottorando friulano, per farlo finire tra i sorvegliati delle forze dell’ordine egiziane. E proprio a Giza si concentrano gli ultimi suoi avvistamenti: secondo fonti locali sarebbe stato fermato dalla polizia, una prassi comune per gli stranieri appartenenti ad Ong non filogovernative o comunque non in linea con gli orientamenti dell’esecutivo. Mai, però, nonostante le numerose espulsioni, si era arrivati a tanto.
Ieri, intanto, Renzi e il premier egiziano Al-Sisi hanno intrattenuto una lunga conversazione telefonica. Palazzo Chigi ha chiesto chiarezza, ottenendo di poter inviare ufficiali di Polizia e Carabinieri per partecipare congiuntamente alle indagini. Segno che la fiducia nelle autorità locali è più che scarsa, tanto che Renzi ha chiesto pubblicamente anche l’immediata consegna del corpo di Regeni. Una richiesta, questa, sulla quale l’Egitto nicchia. Così come continua a fornire versioni contrastanti sull’accaduto. Tanto da far ipotizzare il prossimo insorgere di una crisi diplomatica, anche se ormai rischia di essere forse troppo tardi.
Roberto Derta
1 commento
Le ong filo occidentali infiltrate dai servizi segreti occidentali il generale le ha fatte chiudete tutte quante ,come Putin in russia appunto perche’ finznanziavano rivolte e altre belle cosette.