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Il governo dorme, l’Eni no. E scopre un nuovo giacimento di gas nel Mediterraneo

by Eugenio Palazzini
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Eni, bandiera

Roma, 16 set – Eni ha annunciato oggi “una nuova scoperta a gas nell’area precedentemente definita come “Great Nooros Area”, nella licenza Abu Madi West nelle acque convenzionali del Delta del Nilo”. In soldoni il ‘Cane a sei zampe’ ha rinvenuto un nuovo giacimento di gas nel Mediterraneo, lato egiziano, e si conferma sempre più leader in un’area cruciale per l’Italia. Dunque se da un lato la politica estera del governo giallofucsia fa acqua da tutte le parti, dall’altro per fortuna abbiamo una società che continua a mostrarsi capace di sbaragliare la concorrenza internazionale e recitare un ruolo di primo piano.

L’importanza della nuova scoperta

Nella stessa area in cui oggi è avvenuta la nuova scoperta, l’Eni aveva annunciato a inizio luglio di aver perforato con successo il primo pozzo esplorativo nella licenza di North El Hammad, sul prospetto denominato Bashrush. Mentre il giacimento di gas rinvenuto adesso è situato “a 16 metri di profondità d’acqua, a 5 chilometri dalla costa e a 4 chilometri a nord del campo di Nooros, scoperto a luglio 2015”, si legge nella nota del ‘Cane a sei zampe’. “Eni avvierà assieme al partner bp, in coordinamento con l’Egyptian Petroleum Sector, le opzioni di sviluppo della nuova scoperta beneficiando della sinergia con le infrastrutture già presenti nell’area”, scrive ancora la società italiana. E “attraverso la sua controllata in Egitto IEOC, detiene il 75% di interesse nella concessione Abu Madi West, mentre bp detiene il restante 25%. La licenza è operata da Petrobel, una joint venture paritetica tra IEOC e la compagnia di Stato egiziana Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC)”.

Da Enrico Mattei alle ultime conquiste

Eni sottolinea poi nella stessa nota di essere “presente in Egitto dal 1954”. Una data che ha segnato l’inizio della politica energetica di ampio respiro dell’Italia del dopoguerra, perché fu in quell’anno che Enrico Mattei sbarcò nella nazione nordafricana e iniziò il suo straordinario lavoro. Ed è sempre in Egitto che Eni nel 2018 scoprì il più grande giacimento di idrocarburi nella storia del Mediterraneo. Quella del ‘Cane a sei zampe’ è insomma una storia di conquiste e successi, ottenuti anche negli ultimi anni, da quando cioè la politica italiana in preda al lassismo non ha saputo (ma soprattutto voluto) rivendicare il proprio ruolo da protagonista nel Mare Nostrum.

Eugenio Palazzini

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5 comments

Sergio Pacillo 16 Settembre 2020 - 8:32

Dio perdona sempre.
L’uomo qualche volta.
La natura mai.
L’ultima di Bergoglio.
Ma non c’è l’ha con l’Eni.

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Mario 18 Settembre 2020 - 11:51

tutto giusto, ma solo una precisazione.. Zohr e’ stato scoperto nell’agosto 2015, la produzione e’ iniziata (a tempo di record) nel dicembre 2018…

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Un nuovo impianto petrolchimico nel futuro dell’Egitto 14 Giugno 2021 - 6:23

[…] particolare, si sta rivelando una vera e propria miniera a cielo aperto. E’ qui che ha raggiunto (con l’italiana Eni a fare da protagonista) notevoli successi nell’attività esplorativa del sottosuolo. Una volta che la coltivazione dei […]

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L’Egitto cerca l’autonomia energetica con 7 nuove raffinerie - 8 Dicembre 2021 - 5:30

[…] 8 dic – Anche grazie al lavoro di Eni, negli ultimi anni in Egitto sono stati scoperti notevoli giacimenti di gas naturale. Circostanza […]

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L’Egitto cerca l’autonomia energetica con 7 nuove raffinerie | NUTesla | The Informant 9 Dicembre 2021 - 6:10

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