Atene, 10 lug – Il governo greco ha presentato all’Eurogruppo il piano-proposta di riforme su cui impostare le trattative da qui a domenica. Ultimi tre giorni di discussione prima della scadenza dell’ultimatum, arrivato dopo il diniego alla richiesta di un prestito-ponte che offrisse più tempo ai negoziatori.
Il piano di Tsipras assomma a circa 12-13 miliardi ed accoglie alcune delle indicazioni sulle quali si discuteva già prima dalla sospensione per lasciar spazio al referendum. La maggior parte delle misure riguardano aspetti fiscali, a partire dall’Iva che verrà articolata su tre livelli: 23% per ristoranti e catering, 13% per applicherà a cibo, energia, alberghi e acqua, 6% per farmaci, libri e teatro. Lavoro di cesello per quanto riguarda le imposte sulle isole, che fino ad oggi godevano di un regime privilegiato. L’idea è quella di eliminare gli sgravi dal 2016 in avanti, a partire dalle località più benestanti ed escludendo invece le porzioni di terra più remote. Su questo punto punto serve tuttavia del tempo, vista l’opposizione dei greci indipendenti di Anel che fanno parte della maggioranza che sostiene l’attuale esecutivo. Sempre dal punto di vista fiscale sono inoltre nel mirino le agevolazioni sul carburante per gli agricoltori, mentre aumenterà dal 26 al 28% la tassazione sui profitti delle imprese.
Stretta in vista anche sulle pensioni. Non sarà più possibile alcun ritiro anticipato dal lavoro, l’età pensionabile verrà progressivamente innalzata a 67 anni entro il 2022 mentre aumenterà dal 4 al 6% il contributo sanitario che tutti dovranno pagare sul trattamento di previdenza.
Impegni rilevanti anche dal lato delle privatizzazioni. Entro l’autunno il governo promette di accelerare sulla vendita di scali regionali e soprattutto del piatto più ambito, cioé il porto del Pireo.
Un combinato disposto, quello preparato da Tsipras, che salvo alcuni ritocchi migliorativi non si discosta in alcun modo dal paradigma fatto di tagli e maggiori tasse che caratterizza l’austerità. Come contropartita, i creditori internazionali potrebbero aprire sul debito, in termini di allungamento delle scadenze (e quindi maggiore sostenibilità, ad oggi non garantita) oppure di taglio dello stesso.
Filippo Burla
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2 comments
Ottimo articolo.
Paolo Barnard aveva avvertito già da tempo che in realtà Tsipras non voleva far altro che approvare le austerità con qualche piccola correzione che comunque è roba inutile -Infatti gli squali gliel’ hanno accettata anche così-.
Qualche settimana fa -Molto prima del referendum- Tsipras aveva già preso un accordo con l’ agenzia finanziaria Americana “Lazard” -Che è quella che davvero gli gestisce i negoziati con gli squali- all’ insaputa dei Greci e di tutti gli Europei -Tranne ovviamente gli addetti ai lavori- per attuare le austerità che senza dubbio ci saranno, infatti nel giorno in cui fu siglato l’ accordo i mercati schizzarono letteralmente alle stelle.
e’ figurati se non toccava le pensioni! tanto sa benissimo che nessuno da lavoro o trattiene nella propria azienda un operaio di più di 60 anni, cosi si hanno molti esodati e tantissime pensioni in meno da pagare.
Per questa meravigliosa riforma di stampo PD-Monti, gli squali concederanno prestiti di soldi falsi pretendendone indietro di veri.