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Guai con la giustizia italiana per il figlio di Erdogan: “Si occupino della mafia, e non di mio figlio”

by Alberto Palladino
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figlio di erdoganBologna, 2 ago – Con queste parole sprezzanti il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, si è scagliato contro la magistratura italiana “colpevole”, a suo dire, di aver aperto un’inchiesta nei confronti di suo figlio Bilal. Ai microfoni di Rai news il presidente ha messo in guardia il nostro paese paventando una crisi diplomatica perché la vicenda giudiziaria potrebbe “mettere a rischio i rapporti con l’Italia sopratutto perché il figlio “Se tornasse in Italia potrebbe essere arrestato”. Sui motivi dell’indagine pesa ancora il segreto istruttorio e la riservatezza degli organi giudiziari italiani che agli occhi del “leader maximo” turco appaiono al limite della reticenza “Perchè ? Non c’è una risposta. E quando tu chiedi perchè non ti rispondono. Mio figlio dovrebbe tornare a Bologna per terminare il dottorato. In quella città mi chiamano dittatore e fanno cortei per il Pkk. Perché non intervengono? E’ questo lo stato di diritto? La sua vicenda potrebbe mettere in difficoltà persino le nostre relazioni con l’Italia. Mio figlio è un uomo brillante e viene accusato di riciclaggio di denaro. Che si occupino di mafia in Italia e non di mio figlio“.

Che l’Italia abbia un problema sulla gestione della questione mafiosa è cosa nota, come peraltro è noto l’impegno e il sacrificio dei molti eroi civili e non dell’antimafia nostrana dai giudici Falcone e Borsellino al giornalista Beppe Alfano (Saviano ci scuserà se per decenza a questa lista non faremo seguire il suo nome). Ma che la critica al sistema giudiziario nazionale, di sicuro perfettibile anzi da ristrutturare ex novo in molti casi, venga da un uomo politico che si è preso la briga di far arrestare migliaia di persone con accuse più o meno fondate ci sembra assurdo. Erdogan è avvelenato e si vede, se la prende soprattutto con i suoi “partners europei” che al momento del golpe sono rimasti in panchina aspettando di vedere chi sarebbe rimasto in piedi dopo il diradarsi della polvere (da sparo). Nel mirino del presidentissimo turco la rete di Fetullah Gulen, l’ideologo islamista, accusato da Ankara di essere la mente del fallito golpe. “Questa organizzazione somiglia alla vostra Loggia P2“, continua Erdogan nell’intervista di Rai news punzecchiando il Bel Paese. Poi se la prende con la Mogherini, italiana e ministro degli esteri della UE: ” Saresti dovuta venire in Turchia e non parlare da fuori” […] “Se viene bombardato il Parlamento italiano che cosa succede? La Mogherini, che è italiana, come reagisce?”.figlio di erdogan

Intanto a reagire e anche in fretta, è stato il figlio Bilal Erdogan che ha penato bene di rendersi irreperibile tornando in Turchia per quelli che lui definisce “motivi di sicurezza personale” in un sms di commiato spedito ai compagni della sede bolognese dell’università americana a Johns Hopkins «Cari amici, abbiamo deciso di ritornare a Istanbul»[..]«La nostra sicurezza, a Bologna è diventata una questione molto delicata, sia per il governo italiano sia per quello turco». Fa riflettere che per la sua “sicurezza” il “delfino” turco aveva a disposizione una scorta di guardie del corpo personali, turche e armate, più la scorta delle nostre forze dell’ordine. Insomma non proprio un indifeso, cosa che sposta l’attenzione dalle questioni di sicurezza alle questioni legali forse queste dirimenti per la dipartita di Bilal che era stato inscritto nel registro degli indagati a metà febbraio dal pm Manuela Cavallo dopo la denuncia di un oppositore turco riparato in Francia.

Alberto Palladino

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2 comments

Pietro 2 Agosto 2016 - 7:51

“Che cosa fa la Mogherini?” Balla, sai che cazzo gli frega dell’Italia e degli Italiani a quella, una che se spara minchiate come “L’Islam è Europa” che pretendi possa fare?
Non cambia il fatto che nulla mi farebbe più felice di vedere la Turchia livellata e Istanbul nominata nuovamente Costantinopoli e Cristiana.

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Dino Rossi 3 Agosto 2016 - 7:23

Pietro le tue sono le mie parole.

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