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Haiti, assassinio presidente Moise: il giallo dei mercenari e uno strano video

by Eugenio Palazzini
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Haiti, giallo mercenari

Roma, 9 lug – Chi ha ucciso il presidente Jovenel Moise? Polizia e governo di Haiti ne sono sicuri: i killer sono almeno 28 mercenari, dei quali 26 colombiani e 2 americani di origine haitiana. Di questi, 17 sono già stati arrestati (compresi i due cittadini degli Stati Uniti), mentre gli altri 8 sono tuttora ricercati dalle forze dell’ordine. Nella giornata di ieri la polizia di Haiti aveva individuato e ucciso quattro presunti assassini, arrestati altri due membri del commando. La procura di Port-au-Prince, capitale di Haiti, ha intanto convocato i capi della sicurezza di Moise. Il sospetto è che alcuni di loro siano complici degli assassini.

I killer del presidente Moise e l’ambasciata di Taiwan

La drammatica vicenda si fa però sempre più misteriosa. Perché nel Paese più povero dell’Occidente, afflitto da corruzione e povertà devastanti, è sempre difficile distinguere tra tutori dell’ordine e criminalità. C’è spesso una sottile linea rossa che lega autorità locali e malavita, istituti e servizi segreti stranieri, verità e depistaggi. Prova ne è, ad esempio, l’arresto di 11 delle persone sospettate dell’omicidio di Moise nel perimetro dell’ambasciata di Taiwan a Port-au-Prince. Si erano nascosti lì, ma come è possibile? Qualcuno li proteggeva? Perché proprio nella sede diplomatica della Repubblica di Cina? “La polizia ha lanciato un’operazione e ha arrestato 11 sospettati”, si legge in una nota dell’ambasciata taiwanese. Nel comunicato si specifica che l’ambasciata ha dato “senza esitazione” il via libera alle forze dell’ordine di Haiti di fare irruzione nella sede diplomatica.

Haiti, il giallo dei mercenari 

Intanto a Washington l’ambasciatore di Haiti, Bocchit Edmond, ha ribadito che “l’attacco è stato realizzato da mercenari. Abbiamo un video che lo conferma”. Inoltre “gli assassini sono arrivati nella residenza presidenziale asserendo falsamente di essere membri della Dea statunitense”. Giallo nel giallo. Come hanno fatto 28 persone a fare irruzione nell’abitazione del presidente Moise semplicemente “asserendo” di appartenere alla Drug Enforcement Administration, ovvero l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti che fa capo al Dipartimento della giustizia Usa?

Il Miami Herald ha pubblicato un video in cui si sente un uomo, con chiaro accento americano, gridare: “Operazione Dea. Tutti a terra. Operazione Dea. Tutti fermi, a terra”. Sui colombiani arrestati, il ministero della Difesa della Colombia, Diego Molano, ha invece dichiarato che il suo Paese sta collaborando con l’Interpol. Specificando poi che, in base alle prime ricostruzioni, sei di loro sono ex membri dell’esercito colombiano.
Insomma tutti ammettono, più o meno chiaramente, che il commando era composto da mercenari. Ma al soldo di chi? Chi voleva la morte del presidente Moise?

Eugenio Palazzini

 

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