«Quanto accaduto in Siria, dove sono state usate queste armi, riporta in primo piano la necessità di incrementare gli sforzi per eliminare questi armamenti», recitano ancora le motivazioni. «Il premio», ha poi detto il presidente, a margine dell’assegnazione, «è un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di bando delle armi chimiche», siglato nel 1993, e un invito «a firmare». Logico credere, quindi, che la scelta costituisca anche un duro monito nei confronti di Israele, il cui nome è assente dalla lista dei sottoscrittori della convenzione al pari della Siria.
All’Opac ora andranno una medaglia d’oro, un diploma e un assegno di 8 milioni di corone (910mila euro circa).
Giuliano Lebelli