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Il giallo dell’ambasciatore nordcoreano a Roma. Ha disertato?

by La Redazione
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Roma, 3 gen – Tra Italia e Corea del Nord si sta consumando un vero e proprio giallo diplomatico.
Jo Song-gil, 48 anni, per oltre un anno ambasciatore nordcoreano “reggente” in Italia, secondo le autorità di Pyongyang avrebbe disertato e sarebbe scappato con la sua famiglia. Sarebbe ora sotto protezione in Italia e avrebbe forse chiesto asilo in un “imprecisato Paese occidentale”.

A dare la notizia il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo citando fonti anonime diplomatiche di Seul. La notizia però poi è stata confermata da un deputato di Seul al termine di un’audizione a porte chiuse con l’intelligence sudcoreana. Jo Song-gil ha disertato “e ora si nasconde. Il mandato di ambasciatore ad interim doveva terminare a novembre scorso e Jo è fuggito dall’ambasciata ai primi di novembre” con la moglie, ha spiegato il parlamentare sudcoreano.

Il ministero degli Esteri italiano, dal canto suo, non ha notizie della vicenda. La Farnesina ha precisato che “non risulta una richiesta d’asilo da parte di un funzionario nordcoreano. Per via diplomatica è stato a suo tempo comunicato al ministero l’avvicendamento dell’incaricato d’affari nordcoreano a Roma. Tale avvicendamento ha poi avuto luogo“.

Jo, 48 anni, è stato ambasciatore a Roma dall’ottobre 2017, dopo che l’Italia aveva espulso l’ambasciatore Mun Jong-nam in segno di protesta contro un test nucleare della Corea del Nord avvenuto un mese prima in violazione delle risoluzioni dell’Onu. È “noto per essere un figlio o un genero di uno dei più alti funzionari del regime del Nord”, sempre secondo il giornale JoongAng.

I diplomatici nordcoreani impiegati all’estero sono spesso tenuti a lasciare in patria diversi membri della famiglia – in genere bambini – per scoraggiare la loro defezione. Tuttavia Jo è arrivato a Roma nel maggio 2015 con moglie e figli, probabilmente perché appartiene a una famiglia privilegiata, suggerisce lo stesso quotidiano.

Allo stato attuale, non è chiaro a quale paese Jo avrebbe richiesto asilo, né naturalmente dove si trovi adesso. Non si sa neanche quante persone il diplomatico abbia portato con sé: se la moglie soltanto o anche i figli.

La vicenda ricorda quella di Thae Yong Ho, l’ex vice ambasciatore nordcoreano in Gran Bretagna. Questi fece perdere le sue tracce nel 2016 con la famiglia, per poi riemergere in Corea del Sud.

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