Budapest, 29 mar – – “Il Governo Renzi ci ha ricattati facendo pressione politica su di noi e sul resto dei Paesi dell’Europa centro-orientale per la ricollocazione dei migranti legata all’approvazione dei bilanci Ue”. Parole pesanti quelle del portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs nei confronti dell’ex premier italiano. “Il governo Renzi – ha precisato Kovacs – ci dava lezioni su come applicare regole e rispetto dei valori Ue”. Con il governo Gentiloni però, “le cose non sono affatto cambiate, le pressioni politiche proseguono. Questa non è la strada giusta”. Il riferimento del portavoce di Orban è al duro scontro tra Roma e Budapest in merito alla questione immigratoria e alla minaccia italiana di utilizzare il diritto di veto sui bilanci Ue.
L’Ungheria non sembra però farsi intimorire ed oggi ha rilanciato assieme agli altri Paesi del Gruppo Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) con un secco “ci pensiamo da soli” alle politiche Ue sugli immigrati. Bruxelles è infatti intenzionata a legare la politica migratoria a quella finanziaria, tagliando fondi ai Paesi membri che si rifiutano di accogliere immigrati.
Durante un vertice su Brexit e immigrazione tra i rappresentanti del Gruppo Visegrad, tenutosi ieri a Varsavia, è emersa una linea comune di netta opposizione al ricatto Ue. Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha inoltre dichiarato che se saltasse l’accordo dell’Unione Europea con la Turchia, l’Ungheria fermerà gli immigrati grazie al muro e alle nuove politiche interne sulle domande di asilo.
Eugenio Palazzini