Bruxelles, 27 mar – La Commissione europea è contraria al compromesso raggiunto dagli ambasciatori dei 28 Paesi Ue sull’operazione Sophia, che prevede una proroga di sei mesi della missione ma senza l’apporto della componente navale. Il compromesso raggiunto dal Cops-comitato politico e di sicurezza Ue, secondo fonti dell’alto commissariato Ue, “snatura Sophia e rende impossibile compiere il mandato. Senza navi, non è possibile fare seriamente contrasto ai traffici di esseri umani e ai traffici di armi e petrolio che ci ha incaricato di fare l’Onu“, aggiungono le fonti.
La missione EnavforMed manterrebbe quindi solo l’attività svolta degli asset aerei e proseguirebbe l’azione di addestramento della Guardia costiera libica.
L’Italia ha il comando dell’operazione, ma da mesi il governo ne chiede una revisione delle regole operative. A fine gennaio il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva chiesto il cambio delle regole di Sophia, lamentando il fatto che “tutti gli immigrati soccorsi e raccolti debbano sbarcare soltanto in Italia”.
Il compromesso raggiunto – niente navi, niente sbarchi – consente all’operazione di andare avanti altri sei mesi, dopo una prima proroga che era stata decisa alla fine dell’anno scorso fino al 31 marzo, ma senza l’apporto navale alla missione. Il che impedirebbe il salvataggio degli immigrati e di conseguenza lo sbarco nei porti italiani.
A dire il vero, il salvataggio in mare non è lo scopo dell’operazione, che invece ha come obiettivo il contrasto al traffico illecito di esseri umani. Tuttavia dal 2015, anno di avvio della missione, le unità navali di Sophia hanno spesso soccorso e trasportato immigrati irregolari.
Ludovica Colli