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Indiani d’America vs bikers: la strana guerra causa Covid-19

by La Redazione
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Washington, 10 ago – Una storia “tipicamente” americana che potrebbe essere tranquillamente la base per un buon film d’azione. In South Dakota alcune tribù di nativi americani si stanno organizzando con check point lungo la strada per impedire (se necessario con la forza) il passaggio a migliaia di bikers diretti ad un raduno motociclista. Le ragioni che spingono i Sioux a fare questo gesto sarebbero di “tutela” della propria tribù. I bikers, infatti, non amano rispettare le norme anti contagio per il coronavirus.

La decisione delle sette tribù Sioux

Un portavoce dei nativi americani ha fatto sapere che la carovana composta da migliaia di bikers diretti a un raduno del South Dakota non potrà attraversare le loro terre e che si sono per questo organizzati dei checkpoint della zona Cheyenne River Sioux. Il portavoce dei nativi americani ha altresì avvertito che alla banda di bikers non sarebbe stato consentito di proseguire il viaggio verso lo Sturgis Motorcycle Rally. Gli indiani invocano il diritto a proteggersi, nel nome della prevenzione della diffusione del coronavirus. A loro volta, però, la decisione delle sette tribù che compongono la nazione Sioux le ha costrette a un braccio di ferro con funzionari federali e statali, che considerano illegale – e pericolosa – le decisione di impedire il passaggio dei bikers con dei veri e propri check point lungo la strada.

I bikers contro le restrizioni causa Covid-19

Un ufficiale in servizio di Cheyenne River Sioux ha detto al Guardian sabato che solo ai veicoli commerciali e di emergenza potranno passare attraverso i posti di blocco indiani, e nessun altro. Secondo quanto riferisce la Fox, alcuni bikers sono stati già respinti. Una folla di motociclisti, comunque, si è già radunata per l’inizio del raduno che durerà 10 giorni a partire da venerdì: molti di loro hanno un atteggiamento di sfida nei confronti delle restrizioni anti coronavirus, non tollerando il fatto che a causa della pandemia abbiano dovuto drasticamente cambiare il loro stile di vita. Una delle magliette in vendita al raduno parla chiaro: “Screw COVID” (“fanculo al Covid”) recita lo slogan “io vado al raduno di Sturgis”.

Il governatore Kristi Noem, repubblicana, ha pubblicamente dato sostegno agli organizzatori del raduno di bikers, sostenendo che non è stata segnalata alcuna emergenza sanitaria: la Noem ha anche detto che non è obbligatorio indossare la mascherina, ma si è appellata al senso di responsabilità di ciascun partecipante. Per uno dei bikers, Stephen Sample, che ha 66 anni e viene dall’Arizona e che ha guidato fino all’evento in libertà, il raduno è una importante pausa dalla routine degli ultimi mesi. “Non voglio morire, ma non voglio nemmeno restare rinchiuso per tutta la vita“, dice.

Nadia Vandelli

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