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Iran, l’ambasciatore a Roma: “Senza sanzioni l’Italia tornerebbe il primo partner europeo”

by Eugenio Palazzini
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Iran, sanzioni

Roma, 31 dic – L’Italia, tra gli Stati membri dell’Ue, fino a due anni fa era il primo partner commerciale dell’Iran. Adesso, a causa delle vasta gamma di misure restrittive europee – economiche e finanziarie – nei confronti di Teheran, non lo è più. Ma “se gli ostacoli esistenti, comprese le sanzioni, venissero rimossi, l’Italia tornerebbe rapidamente alla sua posizione di primo partner commerciale dell’Iran in Europa con un volume di scambi molto più alto di prima”. Ne è convinto Hamid Bayat, ambasciatore iraniano a Roma. In un’intervista rilasciata ieri ad Aki-Adnkronos International, il diplomatico della Repubblica islamica ha fatto inoltre presente che “le aziende italiane, grandi e piccole, hanno sempre espresso la loro insofferenza verso l’imposizione di sanzioni e di ostacoli nel percorso dei rapporti tra i due Paesi”.

L’interscambio tra Italia e Iran

D’altronde basterebbe dare una rapida occhiata ai numeri per comprendere quanto siano sensate le affermazioni di Bayat. Nel 2011 l’interscambio tra Roma e Teheran aveva raggiunto i sette miliardi di dollari, crollato a meno di un quinto nel 2013 a causa delle sanzioni internazionali a cui al solito non ci siamo sottratti. Poi però, con la firma dell’accordo che poneva fine al programma di sviluppo e di arricchimento dell’uranio, avevamo triplicato l’interscambio. Basti pensare che nei primi nove mesi del 2017 era risalito sfiorando i tre miliardi e mezzo di dollari. Dal 2018 l’offensiva di Trump, l’ennesimo intervento delle Nazioni Unite e l’allineamento Ue – a cui al solito l’Italia non si è sottratta – hanno di nuovo ribaltato tutto. L’ambasciatore iraniano spiega che proprio le sanzioni, negli ultimi anni, hanno con tutta evidenza influenzato “negativamente” i rapporti tra Teheran e Roma. Così “sfortunatamente, molti esportatori italiani sono stati privati dell’opportunità del mercato iraniano”.

Quanto ci costano le sanzioni all’Iran

Su questo giornale, a maggio 2018, evidenziammo proprio questo aspetto. Avvertendo che la rottura dell’accordo con l’Iran, voluta a tutti i costi da Trump, rischiava di arrecare un danno enorme alle nostre aziende e in particolare all’Eni. Detto fatto, campanello d’allarme del tutto ignorato. Adesso chiaramente, anche a vantaggio dei nostri interessi, con l’imminente insediamento di Joe Biden è auspicabile che i rapporti tra Usa e Iran migliorino. Non è però affatto scontato e proprio su questo Teheran evita di esporsi. Nella Repubblica islamica dominano difatti cautela e attendismo. “Sono stati gli Stati Uniti sotto Trump a ritirarsi dal Jcpoa e dalla relativa risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza”, sottolinea l’ambasciatore iraniano, evidenziando come subito dopo gli Stati Uniti abbiano reimposto tutte le sanzioni all’Iran, “continuando a minacciare ed esercitare pressioni palesi e nascoste e diffuse contro i suoi partner commerciali, compresa l’Italia, che fino al 2018 era al primo posto in Europa con un volume di scambi di oltre cinque miliardi di euro”.

Le mosse necessarie

E “per quanto riguarda il ritorno degli Stati Uniti all’accordo nucleare, guardiamo alle azioni, non alle dichiarazioni. Resta da vedere quale decisione prenderà il presidente eletto Biden dopo la presa del potere”, dice l’ambasciatore. Perché soltanto se Washington tornerà ad adempiere agli obblighi e revocherà le “ingiuste” sanzioni, “allora anche l’Iran tornerà al pieno adempimento dei suoi obblighi“. Inevitabile do ut des quindi. Al quale l’Italia deve necessariamente guardare con favore, magari senza limitarsi a osservare da spettatore imbambolato. Urge semmai muovere passi concreti per avviare nuove, proficue e possibilmente duratore, relazioni con l’Iran.

Eugenio Palazzini

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2 comments

SergioN 31 Dicembre 2020 - 10:39

A parte la sudditanza verso il “paese dei liberi” che
CI HA LIBERATO DAL NAZIFASCISMO vincendo la II guerra mondiale …. e CHI glielo ha MAI CJIESTO ?????

Perchè NON abbiamo rapporti con la Persia , con cui condividiamo MILLENARIE relazioni CULTURALI , ma con criminali della penisola Arabica che FINANZIANO i TERRORISTI ISLAMICI ??????

Per chi lo ignorasse , l’ ISLAM degli IRANIANI NON è lo stesso dei
figli di puttana che fanno attentati , finanziati dai SAUD , urlando
“allà è al bar” .

Che gli Statunitensi EBREI amino chi gli ha distrutto 2 grattacieli (ma STRANAMENTE , in quel momento NON c’erano EBREI ….) chissenefrega !!!!!!

Ma …. NOI ????

Per altro … non abbiamo rapporti con la RUSSIA !!!!! sempre per ORDINE
degli americani …..

la guerra è finita da 75 anni !!!! sarebbe ora di FAR CI I CAZZI NOSTRI e fottercene degli USA , unici COMUNISTI rimasti al mondo !!!!
(strano vero ?)
e … magari , rivalutare la NOSTRA STORIA …..

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jenablindata 1 Gennaio 2021 - 8:33

da tempo lo dico,che dobbiamo ricominciare a combattere le nostre battaglie da soli…e con le mani libere.

finchè saremo soggetti all’europa (germania e francia)
e sottomessi agli usa,saremo sempre gli ultimi ad essere considerati..DOPO che tutti gli altri
si sono fatti i loro affari,

si è visto bene con l’ultimo REPELLENTE comportamento della germania:
“tutti uniti” a parole,mentre si fa i suoi sporchi affari alle spalle degli altri,
esattamente come la francia,il belgio,la svezia,la danimarca ecc

se dobbiamo stare in un branco di JENE,
o COMINCIAMO A MORDERE….
oppure saremo SOLO delle prede,è evidente.

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