Il fatto che in Iraq e Siria lo Stato islamico arranchi non deve far credere che gli attentati siano meno probabili. Al contrario: più perde militarmente, più l’Isis si concentra su azioni spettacolari e sanguinarie. Si tratta di un passo indietro per un movimento che, a differenza di Al Qaeda, da cui nasce, non voleva essere solo una rete terroristica ma un vero e proprio Stato, un Califfato in grado di conquistare territori e governarli secondo la sharia. Per combattere tutto questo, resterebbe un’opzione particolarmente efficace, che sarebbe quella di chiudere le frontiere e monitorare con grande attenzione i quartieri che già sono a forte presenza immigrata. Ma questa sembra davvero l’ultima cosa che le nostre autorità sembrano disposte a fare.
Roberto Derta
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