Tel Aviv, 28 feb – I “fedelissimi” del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno cercato di non far trapelare la notizia fino alla data del 9 aprile, ovvero in seguito alle elezioni. Ma senza successo: il procuratore generale israeliano ha deciso  di incriminare il leader del Likud per abuso di fiducia e corruzione più frode.  Perchè l'”accusa” venga formalizzata deve essere ascoltato nuovamente il premier, dal magistrato. Questo incontro, tuttavia, sembra quasi impossibile da tenere durante la campagna elettorale. Come comprensibile, Netanyahu non l’ha presa bene e contrattacca: “Queste inchieste sono un castello di carte destinato a crollare“. E’ il primo caso nella storia di Israele in cui un il capo del governo rischia di essere incriminato ancora in carica.

Le accuse a Netanyahu

L’accusa di  corruzione è imperniata sui rapporti “ambigui” tra Netanyahu (ministro delle Telecomunicazioni tra il 2014 e il 2017) e Shaul Elovitch, proprietario del gigante della telefonia Bezeq. Egli avrebbe, infatti, ottenuto il cambiamento di alcune leggi garantendosi oltre 200 milioni di dollari in cambio di articoli favorevoli pubblicati dal sito Walla. Tale sito web avrebbe confezionato servizi molto ben dedicati al premier e anche alla sua famiglia: la moglie di Netanyahu, Sarah, è stata intercettata più volte. L’abuso di fiducia e la frode (nei confronti degli elettori in quanto “servitore” del pubblico interesse) sono legati a favori e regalie varie che Netanyahu avrebbe ricevuto da importanti uomini d’affari – come ad esempio il produttore hollywoodiano Arnon Milchan. Consegne di costosi sigari cubani, casse di bottiglie di champagne rosé. Secondo  gli investigatori il totale di questi “regali” ammonterebbe ad un milione di shekel in nove anni (più di 220 mila euro).  Gli avvocati della difesa continuano a sostenere che tali doni non erano frutto di “scambi di favori” ma erano solo “offerte di amici”.

Le analisi in vista delle elezioni

Gli analisti politici, in vista delle elezioni, stanno valutando quanto la decisione di incriminare il leader del Likud influirà sul voto. Per Netanyahu sarebbe il quarto mandato consecutivo: è, infatti, al potere da dieci anni. L’unico politico che sin’ora lo ha “battuto” è il “padre fondatore della patria” David Ben-Gurion. Secondo un sondaggio compilato prima dell’annuncio dell’incriminazione, la maggioranza degli elettori di destra è sicura che tale impianto accusatorio sia frutto di un complotto dell’opposizione: secondo i suoi fedeli elettori, insomma, Netanyahu sarebbe vittima di una persecuzione politica.

Ilaria Paoletti

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