Gerusalemme, 19 ott – Ci sono immigrati morti che fanno notizia meno di altri. È il caso di Haftom Zarhum, eritreo di 29 anni, in Israele come richiedente asilo.
L’uomo si trovava alla stazione degli autobus di Beersheva quando un attentatore ha aperto il fuoco contro la folla. Haftom è scappato, come tutti, del resto, ma la polizia israeliana si è convinta che fosse il secondo uomo di un ipotetico commendo, quindi gli ha sparato. Non solo: quando l’uomo è caduto a terra ferito, la folla gli si è avventata contro e lo ha linciato. È morto dopo 12 ore di agonia.
Inizialmente la polizia ha parlato di due attentatori uccisi, salvo poi dover ammettere il tragico errore.
Intanto, un nuovo muro di cemento è stato eretto a Gerusalemme per impedire il lancio di sassi e bottiglie incendiarie dal rione palestinese di Jabal Mukaber e il vicino quartiere ebraico di Armon HaNatziv.
Secondo i media si tratta di poche decine di metri e il muro è rimovibile nel momento in cui finiranno le attuali violenze. Alla base del nuovo muro di cemento c’è scritto: “Blocco poliziesco temporaneo immediato”. “Non ha valore politico. È solo uno degli aspetti in più delle nostre misure di sicurezza”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Emanuel Nahshon.
Giuliano Lebelli