In un’intervista esclusiva a Le Parisien, la donna al cui fianco Charb si è svegliato quel maledetto giorno di inizio anno rivela particolari inquietanti circa quella strage.
Valérie aveva una storia con Charb dal 2010, anche se, precisa, lui “rigettava l’idea stessa di una relazione seria” e quindi “la nostra storia, come quelle che lui ha potuto avere con altre donne, non aveva niente di esclusivo”.
Di sicuro i due hanno passato insieme gli ultimi tre giorni prima dell’attentato. E
Secondo Valérie, i conti di Charlie Hebdo erano disastrosi: “Nell’autunno del 2014, la salute finanziaria del giornale era catastrofica. Charb mi diceva che doveva trovare 200mila euro prima della fine dell’anno per non chiudere
In ogni caso, quei colloqui sembravano essere andati a buon fine: “La sera prima dell’attentato – continua l’ex compagna del direttore di Charlie – Charb mi ha detto che era riuscito a trovare i soldi mancanti. Gli ho chiesto in che modo e lui mi ha risposto: ‘Le serate in cui ho fatto colpo con quei ricchi dignitari, ebbene la cosa ha finito per dare i suoi frutti’. Non ho cercato di saperne di più”.
Nel racconto non manca un misterioso furto con scasso: “Il sabato successivo al dramma, sono tornata a casa con il fratello di Charb e qualche amico nel suo appartamento. Abbiamo scoperto che in casa c’era stato
Insomma, ci sono tutti gli elementi per una trama da film di spionaggio. Ma questo non è un film e i particolari rivelati dalla donna potrebbero aprire piste inquietanti. Cosa ci sarà di vero? Le Parisien, nel tentativo di accertare se le rivelazioni di Valérie corrispondano al vero, ha svolto indagini su altri membri dello staff del giornale.
Patrick Pelloux, giornalista di Charlie e amico di Charb, spiega: “Mi aveva detto che mancavano effettivamente 200mila euro nelle casse. So anche che si dava da fare per trovare i soldi, anche se era molto discreto su questo fatto. Mi ha detto che vedeva gente ricca, banchieri, uomini d’affari, ma non ho saputo chi di preciso. In ogni caso, una volta mi aveva detto ridendo che alcune di queste persone che incontrava non erano esattamente nello spirito del giornale. Ma che non gli importava, il punto era solo salvare Charlie”.
Un altro suo amico, interpellato da Le Parisien e deciso a restare anonimo, ha confermato tali contatti e ha aggiunto: “Ciò che è sicuro è che negli ultimi giorni si felicitasse che la compagna di donazioni dei lettori avesse ben funzionato, con un incasso si circa 170mila euro”.
Un altro membro della squadra di Charlie, anch’egli deciso a restare anonimo, è invece scettico: “Non ci credo affatto, lo statuto di Charlie autorizza solo donazioni e impedisce ogni investimento esterno ai dipendenti del giornale. Mi sembra difficile immaginare uno di questi ricchi uomini d’affari che mette dei soldi in un’impresa sapendo che il suo investimento non avrà il minimo ritorno”.
Giorgio Nigra
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Non dimentichiamo il segreto di stato che ha impedito ai magistrati di continuare le indagini. Ormai Hebdo è storia chiusa, secretata. Forse il fatto gli inquirenti iniziavano a collegare le armi ai servizi segreti francesi ha influito?