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Israele rilancia l'offensiva su Gerusalemme grazie a… un sigillo di 2700 anni fa

by Giorgio Nigra
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Gerusalemme, 3 gen – Un sigillo di argilla di 2700 anni scoperto nei pressi del Muro del Pianto, a Gerusalemme, promette di infiammare nuovamente il dibattito sull’identità etno-religiosa della città, recentemente ravvivato dalla decisione di Donald Trump di spostare l’ambasciata americana nella “città santa”.
Il reperto, grande più o meno quanto un bottone, ha l’età del primo tempio di Gerusalemme, quello di re Salomone. Sul sigillo sono raffigurati due uomini che si fronteggiano e tendono le mani, con quella che sembra essere una luna posta tra le due mani tese. Sotto questa rappresentazione, un’iscrizione in ebraico antico recita “Leshar-Ir”, ovvero “Al governatore della città”. Solo l’Antico Testamento, finora, menzionava tale funzione. La scoperta, quindi, confermerebbe la versione biblica circa l’antico assetto amministrativo di Gerusalemme.
Secondo la responsabile degli scavi, Shlomit Weksler-Bdolah, “si tratta di una scoperta molto rara. La sua importanza risiede nel fatto che noi conosciamo l’espressione ‘governatore della città’ solo attraverso la Bibbia. È la prima volta che ne troviamo menzione in un contesto archeologico. Gli studiosi israeliani rilevano che nella Bibbia sono menzionati due governatori di Gerusalemme vissuti in epoche diverse: Yehoshua e Maaseiah. Il sigillo non riporta il nome del governatore citato. Entusiasta il commento del sindaco Nir Barkat: “Gerusalemme – ha rilevato – è una delle capitali più antiche al mondo, abitata in continuazione del popolo ebraico per 3000 anni. E’ un privilegio imbattersi così in una delle personalità e dei leader che l’hanno costruita e sviluppata”.
La scoperta, come è ovvio, ha evidenti ricadute politiche, soprattutto in questa fase storica in cui si sta riparlando molto della storia della città. Il Muro del Pianto è il luogo più sacro dell’ebraismo, perché lì sorgeva il primo tempio, che fu distrutto dai babilonesi. Il secondo tempio fu invece abbattuto dai romani. Quella del terzo tempio è invece un’idea messianica (lo dovrebbe ricostruire Dio in persona, totalmente o in parte) che non sarebbe estranea alla nuova attenzione americana sulla città. D’altro canto i palestinesi, che nel medesimo luogo vedono il terzo sito più sacro dell’islam e che abitano quella parte della città, contestano l’idea di un simile radicamento millenario del popolo ebraico nell’area (Arafat contestava addirittura la presenza stessa del tempio di Salomone). Quale che sia la veridicità del sigillo ritrovato, con singolare tempismo, si tratta quindi di un reperto storico destinato a essere sottratto al dibattito fra gli storici per essere usato come arma politica.
Giorgio Nigra

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3 comments

Muriel 3 Gennaio 2018 - 1:39

Commento sul ritrovamento del sigillo vicino al muto del pianto a Gerusalemme.
Il comportamento di israele nei confronti della Palestina è disumano, l anno scorso c e stato un appello sul giornale mondiale dei medici il Lancet che oborriva il bombardamento degli ospedali di Gaza, violando apertamente tutte le regole del trattato di Ginevra. C’e’ una situazione pschichiatrica aberrante .Ma il mondo lentamente si sta muovendo e la consapevolezza si sta risvegliando.Alla faccia del sigillo di 2600 anni fa

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raffaele vitali 3 Gennaio 2018 - 11:59

Io lascerei stare i profeti nelle loro sacre tombe, ricorderei cosa fosse gerusalemme anticamente,ovvero uno snodo commerciale,culturale e religioso dove etnie diverse vivevano senza preclusioni ambientali…..ora abbiamo gruppi terroristici palestinesi,insediamenti e bombardamenti israeliani in risposta ad attentati di hamas,jntifade varie,missili poco intelligenti che cascano a caso……ospedali colpiti in palestina e scuole israeliane fatte a groviera dai razzi palestinesi…..è un vero terreno minato in tutti i sensi per cui tifare a destra o a manca mi risulta assai difficile……su una cosa però concordano in molti, ovvero l’ennesimo fallimento dell’onu e di altre pseudo associazioni che invece di pensare ai propri stipendi e profitti avrebbero dovuto, a costo di usare la forza,creare lavoro e speranza in palestina e dare accordi sicuri e durevoli ad israele. Purtroppo si è pensato poco allo sviluppo e molto ad una malsana politica che porta solo odio su odio……

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rino 4 Gennaio 2018 - 1:51

Fanatici!
Manco quelli dell’ISIS sono così fissati.
Ah già ma loro possono: sono eletti..
beh, chiedo scusa.

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