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Londra, tra politicamente corretto e libertà di espressione negata ai nazionalisti (VIDEO)

by La Redazione
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Londra, 19 mar – La temperatura sotto lo zero non ha impedito ai supporters di Tommy Robinson, o più in generale della libertà di parola e di pensiero, di radunarsi all’Hyde Parke Speakers Corner, posto dal forte valore simbolico usato ogni domenica mattina dai cittadini per discorsi e dibattiti su attualità e politica, e dove nel corso della storia hanno tenuto discorsi Marx,Lenin, George Orwell e William Morris.
Per capire l’origine della manifestazione a cui hanno partecipato più di 2000 persone bisogna fare un passo indietro alla settimana scorsa quando Martin Sellner e la sua compagna Brittany Pettiborne in visita in Regno Unito l’uno per tenere un discorso all’Hyde Park Corner, l’altra per intervistare Tommy Robinson, sono stati trattenuti tre giorni e poi espulsi dal Regno Unito.

Ovviamente questo provvedimento del governo inglese, scaturito dalle pressioni di diverse sigle antifasciste e antirrazziste, invece che eliminare il “problema” alla radice ha amplificato la notizia a livello globale, evidenziando una palese contraddizione interna al sistema democratico inglese, che da sempre è stato spacciato come simbolo di libertà di pensiero e parola. La questione, infatti, non ha interessato soltanto un pubblico di destra ma ha suscitato preoccupazione e indignazione in maniera trasversale.  A contribuire a uno sdegno di gran parte dell’opinione pubblica è stato il provvedimento preso contro Lutz Bachmann, fondatore di Pegida, in visita in Uk per assistere al discorso di Tommy Robbinson , a cui è toccata la sorte dei due ragazzi, essere trattenuto all’aeroporto di Stansted e poi rispedito in Germania. E ancora un altro caso ha fatto molto parlare, ovvero il respingimento della giornalista canadese Lauren Southern la quale è stata bloccata a Calais per 6 ore dalla polizia doganale, sequestrato il cellulare,e durante le quali l’è stato fatto un interrogatorio “bizzarro” degno solo della “polizia del pensiero” orwelliana, con domande su come si sarebbe descritta politicamente, come descriverebbe il nazionalismo e se fosse un’estremista cristiana. Il governo inglese ha giustificato la negazione di ingresso nel Regno Unito, in seguito alla distribuzione di volantini satirici sull’islam nell’aeroporto di Luton da parte della giornalista canadese nella sua scorsa visita.

Questo clima di censura reiterata ha portato una massiccia presenza alla manifestazione di domenica, dove era facile vedere persone distanti anni luce da movimenti radicali, ma presenti per difendere la libertà di pensiero al grido di “Freedom of speech for everyone!”. Non sono di certo mancate le provocazioni, tra le quali un gruppo di musulmani con cittadinanza inglese che si sono radunati allo Speaker Corner, diverse ore prima per affermare che questa terra è anche la loro e che non è possibile per un europeo avere uno spazio pubblico per iniziative di incitazione all’odio. Bello tutto se non fosse che all’arrivo di Tommy Robinson, gli stessi, venuti giusto per esprimere la loro posizione in un clima pacifico hanno iniziato a provocare i supporter del giornalista fino ad arrivare allo scontro fisico, sedato prontamente dalle forze dell’ordine li presenti. La manifestazione alla fine si è tenuta senza particolari tensioni e si è svolta in maniera ordinata, permettendo a Tommy Robinson di leggere il discorso che avrebbe dovuto tenere Martin Sellner di fronte a migliaia di persone.

Alla luce di questa settimana caratterizzata da un livello di censura sempre più vicino a un modello orwelliano della società, la manifestazione svoltasi ha avuto molto il sapore di un contentino che nella realtà dei fatti non impedirà alle istituzioni di portare avanti provvedimenti di questo tipo soltanto verso una specifica parte politica, e che è del tutto inesistente negli ambienti islamici, anche radicali. Il “crimine del pensiero” è una realtà innegabile, come dimostrano gli episodi sopracitati, e i provvedimenti finora presi non sembrano volersi fermare in futuro, perché dettati dalla necessità di mantenere quella grande bomba multietnica a orologeria chiamata Regno Unito al di fuori di ogni pericolo di esplosione immediata.

Francesco Susinno

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Gianluca 21 Marzo 2018 - 9:45

Tra un po’ succederanno le stesse cose anche in Italia

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