Roma, 6 apr — Una Sirenetta «confezione Schlein», non c’è che dire: oltre alla discussa operazione di blackwashing (declinare una storia di successo planetario o distorcere la verità storica in chiave «afro» per timbrare il cartellino woke), l’attesissimo rifacimento live-action (uscita prevista per il prossimo 24 maggio) vedrà anche la rimodulazione di alcuni passaggi sui severi toni dell’empowerment femminile.

La Sirenetta nera sarà anche femminista 

Lo ha fatto sapere il compositore del film Alan Menken in una recente intervista a Vanity Fair, annunciando la decisione di apportare «alcune piccole modifiche» ai testi di alcune canzoni perché ritenute «problematiche» dal punto di vista del «consenso», in particolare Baciala e La canzone di Ursula. «Saranno presenti alcuni ritocchi al testo di Baciala perché le persone sono diventate molto sensibili all’idea che il principe Eric possa imporsi in qualche modo su Ariel», ha detto Menken.

Il riferimento potrebbe essere al ritornello in cui il granchio Sebastian esorta il principe a baciare Ariel per spezzare l’incantesimo che la rende muta: «Lei ti piace / Tanto tanto da morir / Forse tu le piaci / Ma lei non sa come dirlo / Ma non servono / Le parole sai / Allora baciala». Secondo gli autori questo testo suggerirebbe l’idea che per baciare la Sirenetta sia necessario avere il suo consenso. Insomma: la cancel culture, oltre ad essere stupida (che consenso può dare una persona muta?) fa pure a pezzi il romanticismo.

La ragazze tengano la bocca chiusa

«Abbiamo corretto anche qualche verso di Povere anime sfortunate che potrebbe indurre in qualche modo le ragazzine a pensare di non dover parlare a sproposito», prosegue Menken. Il riferimento a questo passaggio del testo è chiaro: «Agli uomini le chiacchiere non vanno / Si annoiano a sentire “bla bla bla!” / Sulla terra va così / E le signore fanno in modo da evitare di parlare un po’ di più / Ai maschi la conversazione non fa effetto / Il gentleman la evita se può / Si innamorano però / Di colei che sa tacer». Un’altra idiozia: chiaramente nessuno pensa che l’intento della canzone fosse quello di insegnare alle ragazzine a tenere la bocca chiusa. Si tratta semplicemente di una tecnica manipolatoria di Ursula per convincere Ariel a rinunciare alla propria voce.

La colonna sonora originale film ad animazione è stata scritta a cavallo tra il 1987 e il 1989, più di trent’anni fa. Chi vi scrive, come milioni di altre persone, è cresciuta ascoltando le canzoni della Sirenetta senza riportare particolari problemi di consenso o di mutismo. Chi l’avrebbe mai detto che in trent’anni il mondo si sarebbe trasformato in un manicomio di mammolette frignanti.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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