Home » L’armata delle Ong, a Bruxelles sono 3.500: così dettano la linea in Europa

L’armata delle Ong, a Bruxelles sono 3.500: così dettano la linea in Europa

by Alessandro Della Guglia
0 commento
ong ue, europa

Roma, 16 dic – Costituisci una Ong, straparla di diritti umani, butta dentro una “mission” petalosa, ammantati di bontà e il gioco è fatto: avrai le porte dell’Unione europea spalancate. Un’armata di organizzazioni che, parafrasando l’inflazionata citazione del Manifesto, si aggira per l’Europa. Ma quante sono le Ong a Bruxelles? Possiamo darvi un numero esatto perché – come ricordato da Il Giornale – la Commissione Ue prevede un registro per la Trasparenza, in cui vengono registrati tutti i gruppi e le organizzazioni iscritti “che cercano di influenzare l’elaborazione o l’attuazione delle sue politiche e della sua legislazione”. E nella categoria “Organizzazioni, piattaforme e reti non governative e altre organizzazioni analoghe”, nella banca dati Ue se ne contano quasi 3.500: per l’esattezza 3.488 associazioni accreditate.

Le Ong a Bruxelles sono 3.500: ecco come dettano legge

Ve ne sono alcune celebri, come Amnesty International e Save The Children, ma la gran parte sono misconosciute, una galassia poco chiacchierata al cui interno compaiono gruppi che si occupano di qualunque cosa: dal cambiamento climatico alla giustizia, dai diritti umani a quelli degli animali. E in quel registro compariva finora anche le Ong coinvolte nel Qatargate, come Non c’è pace senza giustizia di Emma Bonino e la Fight Impunity dell’ex eurodeputato Pd Antonio Panzeri.

Con piglio cinico, nel confessionale del giudice, Francesco Giorgi – assistente truffaldino che smistava le mazzette con la fidanzata Eva Kaili, ormai ex vicepresidente del Parlamento Ue, – le organizzazioni non governative le ha tirate in ballo così: “Le Ong? Ci servono per far girare i soldi”. Scacciamo subito la sin troppo scontata polemica: no, non si riferiva a tutte le Ong, ma a determinate Ong che con tutta evidenza a quello scopo criminale servivano. E ce ne sono molte che lavorano bene e in modo specchiato ovviamente, a prescindere dai pareri sulla loro mission.

Sta di fatto che, come rimarcato da Il Giornale, le Ong a differenza di altre associazioni hanno “meno obblighi di trasparenza finanziaria rispetto alla provenienza dei fondi e delle donazioni che ricevono”. E questo è un problema, con tutta evidenza. “Le ong sono soggette alle stesse regole dei normali lobbisti aziendali. Ma mentre per un lobbista d’affari sarà difficile nascondere le proprie origini e i propri interessi, la creazione di una ong per rappresentare interessi d’affari o di un Paese straniero, può permettere di nascondere le proprie origini. L’attuale registro fa poco per rimediare a questa situazione. I casi di gruppi di facciata, non vengono mai scoperti dai funzionari che gestiscono il registro, a quanto ricordo”, ha fatto presente Kenneth Haar, ricercatore di Corporate Europe Observatory, un gruppo di ricerca sull’attività di lobbying in Ue. Anche alla luce dell’Euroscandalo, è insomma necessario introdurre nuove regole per le Ong.

Alessandro Della Guglia

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati