Roma, 4 apr — Un discorso che piacerà molto ai pigri e a chi non ama particolarmente l’igiene personale: secondo la vicepresidente esecutiva della Commissione Europea, nonché Commissario per la concorrenza, Margarethe Vestager, la guerra commerciale a Putin passa anche dalla puzza di ascelle. La crisi energetica aggravata dalle sanzioni a Mosca morde? Che problema c’è, fatevi meno docce, è la sua soluzione. In questo modo rivedrete le vostre abitudini riducendo i consumi, darete il vostro contributo alla protezione dell’ambiente e, last but not least, farete un dispetto a Putin.
La Vestager e la decrescita felice senza docce
Occorre un grande sforzo comunitario, insomma. Spiega la Vestager ad un evento su Politico tenuto a Bruxelles: «Ognuno può fare due cose per dare il suo contributo nella guerra commerciale che si è aperta con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina: controllare la doccia propria e dei teenagers, affinché non ci siano sprechi inutili di acqua calda, e dire mentre chiude il rubinetto: “Putin, prenditi questo!”».
Benvenuta scabbia
Sarà una bella impresa recarsi al lavoro sui mezzi pubblici affollati, con la cura Vestager. Oppure, in alternativa alla scabbia, l’appuntamento sarà con la tinozza di acqua gelida a novembre, per un felice ritorno alla vita pre-novecentesca. Fermo restando che persino ne L’albero degli zoccoli ci si lavava con l’acqua calda. Le migliaia di aziende europee alle prese con il mostruoso caro bollette degli ultimi mesi, e i milioni di cittadini (6 solo in Italia) sotto la soglia di povertà, dovranno dunque farsene una ragione. Sempre che la Vestager a questo ci abbia pensato, o che il suo intento non fosse quello di rivolgersi esclusivamente alle élite cavialate d’Europa alla Alessandro Gassman.
Sanzionami questo
Vestager ha poi parlato di sanzioni, che vanno «monitorate», non perché danneggiano l’Europa, chiaramente: «Le sanzioni sono creature viventi, abbiamo bisogno di monitorare molto da vicino per vedere se sono efficaci o se ci sono scappatoie» per Putin «che devono essere chiuse». Ma, conclude, «penso che le sanzioni siano efficaci sul terreno, hanno un effetto molto grande sull’economia russa». Anche sulla nostra, a quanto pare.
Cristina Gauri