Il Maggiore Ivan Gromov, comandante del distaccamento di bonifica russo ha dichiarato che: “Oggi una squadra del Centro di Mine Action Internazionale
delle Forze Armate della Federazione Russa stava lavorando nelle aree che erano recentemente liberata dai miliziani. Quando i genieri sono entrati in uno dei quartieri liberati, non hanno trovano un deposito, ma un intero arsenale di munizioni. Tra le munizioni ci sono armi da fuoco di grosso calibro, nonché missili per lanciarazzi la ‘Grad’. Ce ne sono molte di produzione tedesca, americana e bulgara. Ci si sente a disagio a causa di questa quantità di munizioni”. Con buona pace della Frau Merkel qui qualcosa non va. Il ritrovamento, che per amor del vero non è il primo di questo tipo, mette in fortissimo imbarazzo l’Europa germanocentrica e buonista, dato che ovviamente, il ritrovamento di tali dispositivi, e non parliamo di cartucce da caccia, ma di razzi anti carro, bazooka ed esplosivi vari, certifica come null’altro l’appoggio, almeno della Germania, alla sedizione terroristica in Siria e inchioda l’Occidente sulla scena del crimine.
Oltre alla triste scoperta delle fosse comuni nelle zone controllate dai terroristi di Aleppo ora in fuga, si aggiunge questo sullo scenario siriano, un dettaglio di cui un domani dovremo tenere conto per riallacciare, anzi, ricostruire i rapporti con quella Siria, laica e moderna, che conoscevamo un tempo, dove da qualche settimana arrivano disinvolte le prime delegazioni politiche ed imprenditoriali “made in UE” che, fallita la missione distruttrice, ora puntano al business della ricostruzione ma che, secondo molti, siriani e non, avranno una lunga fila di spiegazioni da dare, difronte all’enorme “J’accuse” siriano che, giorno dopo giorno, si ritrova in mano le prove della colpevolezza servile dell’Europa.
Alberto Palladino
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