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Le donne tedesche si ribellano agli immigrati. Ecco la campagna 120 decibel

by La Redazione
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Roma, 8 ago – Non è una questione di razzismo e xenofobia contro gli stranieri, ma una battaglia di verità che cerca di portare l’attenzione su una piaga che sta diventando ormai un allarme in tutta Europa: il dilagare delle violenze sessuali sulle donne che vedono come responsabili gli immigrati. La campagna #120dB – 120 decibel è la frequenza emessa dall’intimo antistupro creato nel gennaio 2017 in seguito alle violenze commesse da parte dei richiedenti asilo contro le donne tedesche al capodanno di Colonia – è stata lanciata in Germania nel gennaio scorso da un gruppo coraggioso di donne, in risposta ai crescenti episodi di violenze commessi dagli immigrati in tutta Europa.

Mia, Maria ed Ebba sono solo tre delle numerose vittime di questa continua violenza sulle donne, volutamente taciuta dalla stampa tradizionale per non «fomentare odio» e molte volte censurata per presunto hate speech. Alle accuse di xenofobia e di etno-sessismo avanzate dai soliti progressisti – che hanno invece sposato come una dottrina il movimento liberal #MeToo, primo tra questi il centro di ricerca Media Matter finanziato dalla Open Society Foundations di George Soros – le donne tedesche di 120 decibel hanno risposto così: «Questa sono false accuse. Non possiamo permettere che le voci delle vittime vengano soffocate solo perché gli aggressori sono gli immigrati. Non ci inchineremo a una falsa narrativa politicamente corretta. In Germania, troverete molte statistiche, che mostrano come esista una chiara connessione tra l’aumento dell’immigrazione e l’aumento delle denunce di violenza sessuale».

Protesta delle attiviste di 120 decibel


Ma tale aumento non riguarda solo la Germania e la Svezia, dove – giova ricordarlo – le donne possono chiedere anche la scorta della polizia quando fanno jogging nei parchi, ma anche l’Italia. I quasi 20mila detenuti stranieri presenti negli istituti penitenziari italiani rappresentano il 34% della popolazione carceraria totale (58.506). I principali reati commessi dagli stranieri, regolari e irregolari, riguardano lo spaccio (7.659), i crimini contro il patrimonio (9.176) e contro la persona (7.244 dove sono incluse anche le violenze contro le donne). Grazie a una ricerca del 2017 pubblicata da Il Sole 24 Ore, sappiamo che il 37,5% delle violenze sessuali in Italia sono commesse da stranieri. A tal proposito, ricordiamo che gli stranieri residenti regolari sono 5.047.028, più i circa 600.000 irregolari arrivati in Italia grazie alla rotta libica e tunisina.

Grafico elaborato e pubblicato dal Sole 24 Ore


Quindi non è difficile capire l’allarme violenza ai danni delle donne in Italia causata dall’immigrazione non regolata: il 9%, ovvero la popolazione straniera regolare e irregolare presente in Italia, ha commesso il 37,5% degli stupri totali. Ovvero una donna su 2,7 è vittima di stranieri, spesso illegali. A chi giustifica tutto ciò con un «ma anche gli italiani», ricordo che il 37,5% delle donne non avrebbero subito alcuna violenza se quei criminali stranieri non si fossero trovati nel nostro Paese. Quindi da italiana, da donna e da ricercatrice specializzata sulle tematiche dell’immigrazione, senza inutile retorica e perbenista ipocrisia, appoggio la campagna tedesca 120 decibel (#120dB).

Perché l’integrazione, se possibile, passa soprattutto attraverso il rispetto delle nostre leggi e del nostro stile di vita. E ovviamente attraverso i rimpatri immediati di questi criminali. Il #MeToo lasciamolo a chi vive nei castelli incantanti e ben fortificati.
Francesca Totolo

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6 comments

Alvin 8 Agosto 2018 - 1:00

Grazie, Francesca. Fosse per me saresti la presidente della Rai

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Raffo 8 Agosto 2018 - 2:06

Era ora,articolo ineccepibile e completo,non la mercanzia comunistoide che ci propina lo pseudo giornalismo sinistro e servo del microcosmo marziano piddino…….. La feccia africana tribale fa schifo e deve rientrare nei paesi d’origine a far danni……. Già i merdosi ipocriti buonisti ci hanno rovinato

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Ele 8 Agosto 2018 - 4:07

Ottima notizia ! Speriamo che si sveglino presto un po tutti in Germania e nel resto d Europa . non e’ accettabile il livello di delinquenza in giro . noi donne non possiamo essere meno libere di 20 anni fa e’ assurdo!

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Pio Guerra 8 Agosto 2018 - 4:19

A mia figlia, nel caso fosse stuprata da un immigrato, sconsiglio di sporgere denuncia: finirebbe per essere indagata per hate speech odio razziale e certamente sarebbe inquisita per le sue opinioni espresse e posizioni politiche.
Le ho spiegato che il suo vero stupratore non e lo immigrato ma il suo connazionale che ha tradito la sua patria.

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angelo 9 Agosto 2018 - 10:25

#120dB

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dB 10 Agosto 2018 - 12:33

sono un assiduo lettore, ma per favore, informatevi prima di scrivere inesattezze:
Il decibel (dB) è un’unità di misura logaritmica del rapporto fra due grandezze omogenee (ad esempio due potenze, due pressioni, due potenziali elettrici).
Il decibel, essendo appunto un rapporto tra due grandezze, non ha nulla a che vedere con una singola grandezza specifica.
Ti rendo altresì noto che un valore di 120 dB, se fosse riferito ad un livello di pressione sonora, quindi anche un rumore come livello e NON come frequenza, causerebbe il superamento della soglia del dolore e una persona esposta a tale livello a distanza ravvicinata potrebbe subire gravi danni all’udito, anche permanenti.
Quindi non si capisce quale relazione ci possa essere tra i 120 dB di questa manifestazione e la frequenza del rumore prodotto da un capo di biancheria (???????).
Ma è bastato un salto sul sito mostrato nell’immagine per verificare che 120 dB è il livello di pressione sonora (colà definito semplicemente “volume”) prodotto da un dispositivo di allarme tascabile, e non il rumore di un capo di biancheria.
Ma come detto sopra, dubito fortemente che si riesca ad arrivare a tale livello di pressione sonora senza serie conseguenze per l’udito di chi usa tale dispositivo. Ma questi sono solo dettagli. Se l’intenzione era quella di sensibilizzare l’opinione pubblica contro questi crimini efferati (per i quali io vedrei benissimo l’ergastolo), allora è stato scritto in modo non corretto. Suvvia, come potrebbe un capo intimo fare tanto rumore da richiamare l’attenzione? Si rischia solo di attirare sopra di sé il ridicolo, e i sinistrati non aspettano altro (oltre a fabbricare balle a getto continuo, naturalmente).

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