Obiettivo dei raid sarebbero stati gli avamposti di miliziani ritenuti in qualche modo coinvolti nella strage dei cristiani copti in Egitto, rivendicata dall’Isis. Ai bombardamenti dei giorni scorsi aveva partecipato anche l’aviazione fedele al generale Khalifa Haftar, l’uomo forte dell’Est della Libia.
Nei raid sono stati impiegati caccia tipo Rafale e munizioni precise, come spiega una nota dell’aviazione libica fedele ad Haftar, e sono stati presi di mira campi militari e il quartier generale del Consiglio dei Mujahedeen di Derna, vicino ad alQaeda, che controlla la città di Derna. Le perdite tra gli islamisti sarebbero state ingenti.
In seguito ai raid di questa mattina, invece, il responsabile del Consiglio dei Mujahedeen di Derna ha annunciato che sono state colpite le basi della loro formazione alla periferia della città, in particolare l’entrata occidentale e quella meridionale di Derna e la zona di al Dahr al Hamra. I bombardamenti avrebbero provocato solo danni materiali, senza causare vittime.
Oltre al generale Haftar anche il portavoce della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Abdallah Bilhaq, ha annunciato di sostenere “pienamente” la decisione dell’Egitto di lanciare raid aerei contro le postazioni di terroristi ed estremisti islamici in Libia e ha spiegato che i raid egiziani si sono svolti in coordinamento con le forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico del comandante Khalifa Haftar.
Anche il governo di al Serraj, quello riconosciuto dalla comunità internazionale, ha condannato la strage dei coti, ma ha altresì definito un oltraggio i bombardamenti egiziani su Derna. In una nota del Consiglio di presidenza si osserva che l’azione militare condotta dal Cairo “è avvenuta senza alcun coordinamento con l’esecutivo di accordo nazionale o con le autorità legittime” e ha sottolineato che il governo libico rifiuta “qualsiasi atto che viola la sovranità della Libia”.
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