Roma, 23 ott – Sui pescatori italiani sequestrati in Libia, da ormai quasi due mesi, ancora nessuna notizia. O per meglio dire qualcosa sappiamo: sono ancora detenuti a Bengasi e il governo giallofucsia tace. Come se non bastasse, giusto per rimarcare ancor di piĂą la sconcertante inconsistenza a cui si è ridotta l’Italia nella sua ex colonia, la Guardia costiera libica è finita nelle mani della Turchia. Prevedibile, se consideriamo il ruolo sempre piĂą importante che Ankara è riuscita a ritagliarsi negli ultimi anni, a scapito innanzi tutto nostro. Ma al contempo assai preoccupante, perchĂ© questo significa che da ora in poi Erdogan sarĂ in grado di ricattarci usando la carta dei “migranti” provenienti dalle coste nordafricane.
Motovedette italiane controllate dai turchi
Prova ne è la foto pubblicata su Facebook dal ministero della Difesa di Ankara, con militari turchi a bordo di una motovedetta libica nel porto di Tripoli. Ecco, come fatto notare da Agenzia Nova, quella motovedetta è la Ubari 660, gemella della Fezzan 658, entrambe donate dall’Italia. In pratica i governi Gentiloni e Conte hanno messo a disposizione della Tripolitania una serie di motovedette per pattugliare l’area di ricerca e soccorso, ovvero la zona Sar progettata e finanziata dall’Italia. Ora però la Turchia ha preso il controllo di quelle imbarcazioni e quindi di quell’area.
Gli interventi dei pattugliatori fabbricati dall’Italia, a questo punto, dovrebbero essere decisi in accordo con i militari turchi. Ma è abbastanza chiaro che abbiamo completamente perso il controllo della situazione e che adesso il “Sultano” può decidere arbitrariamente, o al limite con il accordandosi con il nuovo – e giĂ traballante – esecutivo di Tripoli, quando intercettare i clandestini diretti in Italia e quando al contrario lasciarli raggiungere senza blocchi marittimi le coste italiane. Uno scenario piĂą che preoccupante che si sta prefigurando a causa del lassismo del governo giallofucsia.
Eugenio Palazzini
1 commento
Si, ma noi abbiamo una “cosa” che nessun altro ha… Si chiama Com.Sub.In.