Una tale forma di scissione mentale si riscontra anche nelle cronache delle varie tragedie che ci propone quotidianamente l’attualità internazionale
Non passa giorno, per esempio, senza che i giornali, i capi di stato, gli intellettuali, gli esponenti religiosi lancino appelli contro “l’orrore” dei massacri in Iraq ad opera delle milizie jihadiste o “l’orrore” delle crocifissioni e delle decapitazioni che decorano la “rivoluzione” in Siria.
Si deplora “l’orrore” come se fosse una calamità naturale, qualcosa portata dal vento, frutto di un cattivo oroscopo o di qualche divinità beffarda. “Capita” che l’Iraq sia in una spirale di sangue senza ritorno, “succede” che in Siria qualche testa ogni tanto rotoli ai piedi di qualche miliziano. Di chi è la colpa di tutto ciò? Di nessuno, o al limite di misteriosi fanatismi arrivati da chissà dove, di branchi fanatizzati usciti dai nostri incubi per portare distruzione.
Come se l’Iraq si fosse destabilizzato da solo. Come se in Siria i terroristi spuntassero dal deserto.
In questa operazione di rimozione collettiva della realtà, tutti si dimenticano che fino a qualche anno fa l’Iraq in cui oggi si dà la caccia alle minoranze religiose aveva addirittura un vicepresidente cristiano. Tutti si dimenticano che la Siria assadista era ed è un avamposto di laicità. Tutti si dimenticano, soprattutto, che l’Iraq di Saddam è stato attaccato e devastato con false prove per imporre deliberatamente il caos che oggi domina. Tutti si dimenticano che i tagliagole che spadroneggiano in mezza Siria sono stati coccolati, sostenuti, finanziati dall’Occidente, almeno fino a che la fandonia della “resistenza democratica” non è sembrata troppo marchiana.
Gli stessi che esultavano al “ritorno della democrazia” in Iraq, gli stessi che benedivano ogni metro di terra conquistato dalla “rivoluzione siriana”, oggi deplorano “l’orrore”. Sono senza memoria. O forse, più plausibilmente, sono senza vergogna.
L’orrore che riempie i discorsi di Obama e di Renzi, del Corriere e di Repubblica, è l’orrore che loro stessi hanno auspicato, desiderato, fomentato e creato. L’orrore è roba loro. L’orrore sono loro.
Adriano Scianca
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