Roma, 14 giu – Tu chiamale se vuoi minacce. Altrimenti, se più vi aggrada, potremmo definirle mere sparate finalizzate ad assicurarsi capacità di deterrenza e dunque intoccabilità. Sta di fatto che quanto dichiarato da Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia, qualche brivido lungo la schiena lo fa correre. Il leader bielorusso ha fatto sapere che le armi nucleari fornite a Minsk da Mosca saranno disponibili a partire dal prossimo mese, e se dovesse ricevere una chiamata di Putin per un’eventuale utilizzo di queste armi devastanti, lui “risponderà al telefono in qualsiasi momento, ovunque ci troveremo. Ci siamo già accordati”. Lo stesso Lukashenko ha poi detto che queste armi nucleari russe sono dotate di una capacità tre volte superiore a quella delle armi utilizzate dagli Stati Uniti a Hiroshima e Nagasaki.
Lukashenko: “Armi nucleari russe più potenti delle bombe utilizzate dagli americani a Hiroshima e Nagasaki”
Lukashenko ha dichiarato pure che non avrebbe “alcun dubbio” nell’utilizzare armi nucleari nel caso in cui la Bielorussia dovesse essere aggredita. Il presidente bielorusso ha inoltre specificato di essere stato lui, in prima persona, a chiedere a Vladimir Putin di dispiegare armi nucleari tattiche sul territorio bielorusso. Armi che a suo avviso serviranno come ”deterrente contro un potenziale aggressore” e ”non dovrebbero esserci esitazioni nell’usarle se necessario”. E ancora: “Non ho intenzione di combattere contro l’America, per cui per ora mi basta quest’arma tattica” e non strategica.
Poi la puntualizzazione: “La bomba è tre volte più potente delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Più di 80.000 persone morirono all’istante, oltre a 250.000 di morti successivamente. Questa bomba è tre volte più potente. Non so, un milione potrebbe morire subito. Dio non voglia che quest’arma venga usata”, ha affermato Lukashenko, come riportato dall’agenzia bielorussa Belta.
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Alessandro Della Guglia
1 commento
Tutto dipende dai criminali della NATO. Se continuano a provocare i russi, questi hanno il diritto di difendersi. Non è con Putin o Lukashenko che potrei indignarmi.
Come italiano chiederò in quel caso conto al governo italiano di aver provocato un esito così tragico e mi auguro che la stragrande maggioranza degli italiani e degli europei, ognuno nel proprio paese.