L’accusa mossa dalle autorità ungheresi alla multinazionale olandese è quella di voler cacciare dal mercato locale una piccola fabbrica di birra, situata in Romania ma di proprietà ungherese. Lajos Kosa, deputato della Fidesz, partito di Orban, ritiene “di dover difendere qualsiasi marca e azienda ungherese” e punire “chi vuole abusare della sua posizione di predominio del mercato per escludere altri”. Come spiegano altri stretti collaboratori del premier magiaro, “c’è una confluenza dei due temi”, che comprende la guerra alle mire espansionistiche di Heineken nel mercato ungherese e la “bonifica dell’ambiente visuale dai simboli totalitari”.
Non si è fatta attendere la risposta di Heineken, che rispedisce al mittente le accuse di filo comunismo: “E’ assurdo accostare al comunismo la stella rossa, che nel nostro caso è un simbolo dei birrai olandesi risalente al Medioevo. Con cinque punte per evocare gli ingredienti della birra, cioè acqua, orzo, luppolo, lievito, e la ‘magia della birra’ come quinta punta. Seguiremo attentamente questo caso e speriamo che si risolva per il meglio”.
Davide Romano