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La macchina del fango di #MeToo punta a bloccare Trump

by Alice Battaglia
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Washington, 22 set – Chi pensava che il movimento #MeToo affondasse le proprie radici in un reale desiderio di migliorare la condizione femminile, senza implicazioni politiche, dovrà ricredersi. Alcuni l’hanno sempre saputo e affermato, anche a discapito della propria reputazione in un mondo dove il politicamente corretto la fa più che da padrone. Molti (sempre di più, man mano che il fenomeno prendeva risvolti imbarazzanti e le vicende narrate diventavano sempre più grottesche) l’hanno pensato ma non l’hanno mai detto. Eppure alcuni sparuti gruppi di opinione sostengono tuttora che la battaglia delle nuove femministe riguardi la dignità delle donne. Questi ultimi però, dovrebbero almeno porsi qualche domanda, alla luce degli ultimi casi.
Non tocchiamo ancora una volta l’ormai esilarante saga dell’attrice Asia Argento, ma due scandali il cui reale peso politico va ben più lontano di una foto ricordo con una sorridente Boldrini, da appendere sopra il caminetto femminista accanto al ritratto di Frida Kahlo e ai testi di Simone de Beauvoir.
Parliamo di due vicende che negli Usa stanno avendo una enorme eco e che non sono da considerarsi bagatelle mediatiche (al netto delle centinaia di migliaia di dollari versati un po’ in un conto un po’ in un altro per rimediare alle conseguenze di “seratine difficili”): il caso Stormy Daniels e il più recente caso Christine Ford, la cui enorme risonanza è soprattutto giudiziaria e politica.
Ma chi sono queste due donne?
La prima è appunto la pornostar statunitense nota come Stormy Daniels, al secolo Stephanie A. Gregory Clifford, classe 1979: è la grande accusatrice di The Donald. La sua notifica nei confronti del presidente degli Stati Uniti non è propriamente assimilabile al panorama #MeToo: non è una denuncia per molestie, ma è una chiara diramazione del nuovo corso sul “coraggio delle donne che rompono il silenzio”. La donna chiede infatti di rescindere il “patto confidenziale” stipulato con i rappresentanti di Trump, che in cambio di 130mila dollari assicura(va?) la non divulgazione di particolari circa i suoi incontri sessuali con il presidente. Come è ovvio, dato le ultime uscite dell’attrice che non risparmiano commenti su misure e prestazioni, il “tacito patto” è andato a farsi benedire, e le ricadute sono tutt’altro che estranee politiche.
La seconda pietra dello scandalo è Christine Ford, e il suo caso è più grave. Se nella circostanza precedente il consenso non è in dubbio, qui è tutt’altra storia. La Ford, 51enne californiana, attivista di sinistra, ha scritto una lettera a un esponente dei democratici per riferire di essere stata aggredita sessualmente ai tempi del liceo da Brett Kavanaugh (il nuovo giudice della Corte Suprema, nominato da Trump contro il parere dei democratici e ora al vaglio per la conferma finale). Correva l’anno 1982 e, durante una festa, Kavanaugh e un amico avrebbero aggredito una giovanissima Ford, la quale però aggiunge di essere riuscita a fuggire appena prima che si consumasse la violenza.  Naturalmente non c’è una sola prova a supporto dell’infamante accusa, sembrano anzi esserci prove concrete che Kavanaugh non fosse nemmeno presente alla festa incriminata, e l’unico presunto testimone del misfatto definisce le accuse “una totale follia”. Il solo vero esito di questo polverone, al momento, sembra essere la posticipazione della conferma di Kavenaugh: la sinistra prende tempo, nella speranza di riuscire a delegittimarlo e impedirne l’insediamento alla Corte Suprema.
Questi sono solo due esempi che dimostrano una volta di più come un movimento che si nasconde dietro la facciata inattaccabile della difesa delle donne, sia per buona parte null’altro che un’infida arma nelle mani di una sinistra senza scrupoli, senza morale e a corto di argomenti.
Alice Battaglia

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3 comments

paleolibertario 22 Settembre 2018 - 1:37

Fallita l’ideologia, i sinistri si buttano su tematiche sessuali, vegetali, umanitarie, ecc. Ma si capisce subito il moralismo e l’ipocrisia, si percepisce subito la tracotanza di voler essere dalla parte della ragione anche quando una *ragione* non esiste.

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Raffo 22 Settembre 2018 - 5:56

Un gruppetto vile e vigliacco di pseudo donne che grazie a media compiacenti,come in Italia avviene con skypd24, pensa di dettare regole morali e politiche……… Ricordiamo che fra le sue accolite vi sono drogate infami,indegne zoccole ed ermafrodite varie………una latrina in movimento, ignobile e lurida.

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Sony appoggia il #MeToo e mette al bando il sesso nei videogiochi - AllNews24 18 Aprile 2019 - 4:09

[…] Secondo i funzionari della multinazionale nipponica, anche la crescita negli Stati Uniti del movimento #MeToo è stato un fattore determinante che li avrebbe indotti ad attuare questi provvedimenti, temendo […]

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