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Macron ne azzecca una: “La destituzione di Assad non è una priorità”

by La Redazione
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Parigi, 23 giu – “La Francia non vede più la destituzione del presidente Bashar Al Assad come una priorità all’interno del conflitto siriano”. E’ quanto afferma Emmanuel Macron in un’intervista pubblicata oggi su diversi quotidiani europei, tra cui il britannico “The Guardian” e lo spagnolo “El Paìs”. Un’affermazione che già da sola lascia intravedere un possibile, quanto inaspettato, cambio di rotta nella politica estera francese.
Il neopresidente francese è chiaro nello specificare che i primi nemici in Siria devono essere i gruppi terroristici e, a proposito di Assad, afferma: “Sulla Siria, non risolveremo la questione solamente per via militare, è l’errore che abbiamo commesso in modo collettivo. La vera mia novità su questo tema, è che non ho detto che la destituzione di Bashar al Assad era una condizione preliminare a tutto. Perché nessuno mi ha presentato il suo successore legittimo”. 

Quello che Macron sembra voler evitare, da quanto emerge dall’intervista, è una nuova Libia. Non a caso, il secondo punto su cui si sofferma, dopo la lotta al terrorismo, è la stabilità della Siria: “non voglio uno stato fallito, con me finirà una forma di neo-conservatorismo importata in Francia da 10 anni”. Altro cambio di rotta arriva dalle sue dichiarazioni sulla Russia, nello specifico, sul ruolo della Russia nel conflitto siriano, che Macron definisce “indispensabile”, seppure oggi stava lavorando, assieme ad Angela Merkel, per un’estensione delle sanzioni per altri sei mesi. Da tale quadro si comprende come, nonostante le divergenze tra l’Eliseo e il Cremlino, ci sia bisogno di una convergenza sulla questione siriana e soprattutto nella lotta al terrorismo.
Tuttavia il presidente francese ha tenuto a ribadire l’importanza che per lui ricoprono le libertà e i diritti fondamentali, affermando inoltre che la Francia non esiterà a reagire qualora venissero utilizzate armi chimiche.

Quello che è fondamentale sottolineare è che tali dichiarazioni sono state fatte in un discorso alla cui base c’era l’Europa, c’è quindi da considerare che la nuova rotta di Macron potrebbe rappresentare non solo un cambio della politica francese in Siria, ma della politica europea stessa, che andrebbe incontro ad una svolta decisamente pragmatica e meno “ideologica”. Inoltre, se così fosse, la permanenza di Bashar Al Assad in Siria diverrebbe una possibilità concreta, proprio perchè ad insistere su un eventuale transizione fino ad ora sono stati principalmente i governi europei. In conclusione, il fatto che Macron abbia sottolineato di non voler proseguire una politica di stampo neoconservatrice è un fattore di non poco conto, ma solo il tempo ci darà prova della sua coerenza.

Edoardo Martino

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