Roma, 15 ago — Ancora problemi per il film Thor: Love and Thunder prodotto dalla Marvel: dopo aver ricevuto il benservito dalla Cina, che ne ha bloccato la proiezione nelle sale per contenuti ritenuti troppo Lgbt-friendly, ora è il turno della Malesia che ne ha vietato la distribuzione perché «alimenta la cultura gay». Thor è in buona compagnia: anche Buzz Lightyear e il suo bacio saffico tra le due protagoniste — che già non era passato ai rigidi controlli degli Emirati Arabi — non sono riusciti a varcare i confini malesi. Entrambe le pellicole erano state presentate dopo che le case di produzioni si erano rifiutate di operare i tagli richiesti dal governo di Kuala Lumpur.
La Malesia boccia Thor e Buzz Lightyear: “Contenuti Lgbt”
Il rifiuto di distribuire le due pellicole si inserisce in una stretta annunciata dal viceministro delle Comunicazioni della Malesia Zahidi Zainul Abidin, il quale ha confermato l’impegno del governo a censurare il maggior numero possibile di contenuti Lgbt: «In questo momento ci rendiamo conto che ci sono tanti film con elementi gay che riescono a superare la censura», con particolare riferimento a serie e ai film presenti sulle piattaforme di streaming video: «È difficile per noi monitorare le piattaforme, ma su quello che riguarda le attività nelle sale siamo da sempre attivi, severi e impegnati. problemi. Siamo sempre stati severi e impegnati», ha detto. Questo sebbene la Malesia abbia leggi che promuovono e difendono tolleranza razziale e religiosa: la maggioranza della popolazione malese è infatti musulmana e dunque scarsamente tollerante nei confronti dell’omosessualità e della propaganda Lgbt di cui pullulano le attuali produzioni occidentali.
Ma le piattaforme streaming sfuggono ai controlli
Oltre ai due film sopra menzionati, il governo della Malesia aveva recentemente impedito la proiezioni di altre pellicole tra cui Rocketman, sulla vita di Elton John, e un libro intitolato Gay Is OK! Una prospettiva cristiana. Più difficile intervenire nel caso delle piattaforme streaming, come Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video, che non sono trasmissioni pubbliche. Per questo motivo il ministero delle Comunicazioni ha lanciato una campagna di sensibilizzazione affinché le famiglie esercitino un controllo più stringente sui contenuti visionati dai figli, tramite l’utilizzo del controllo parentale.
Cristina Gauri