Rabat, 16 feb – Quante volte abbiamo lamentato la mancanza di cooperazione dei paesi del Nordafrica nel contenimento dell’immigrazione clandestina diretta verso l’Europa? Ebbene, non ci crederete mai, ma per uno Stato africano che ci prova, l’Ue interviene per reclamare più lassismo.
Succede in Marocco, dove presto si recherà Dimitris Avramopoulos, commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, per esprimere la sua “grave preoccupazione” per la “brutalità poliziesca” del governo di Rabat contro i migranti.
Il Marocco è come noto una delle porte verso l’Europa, soprattutto attraverso l’enclave di Melilla, la città autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Paese africano. Negli ultimi giorni, tuttavia, il governo marocchino ha disposto un forte impiego delle forze di polizia per smantellare gli accampamenti di fortuna dei migranti a ridosso dell’enclave. Detenuti per diverse ore, i migranti del monte Gourugu sono stati tutti portati verso la regione Orientale marocchina, vicino alla frontiera con l’Algeria.
Il Marocco ha appena regolarizzato 18mila immigrati clandestini, ma molti preferiscono comunque rischiare e tentare di raggiungere l’Europa piuttosto che attendere la regolarizzazione marocchina. A Melilla si trova l’unica frontiera terrestre tra Africa ed Europa. Il confine tra la città e l’entroterra marocchino è recintato e sorvegliato, allo scopo di contenere l’ingresso di immigranti nell’enclave che, in quanto territorio spagnolo, garantisce ulteriore libero accesso all’area europea delle nazioni aderenti al trattato di Schengen. Ciononostante, gli assalti e gli scavalcamenti sono all’ordine del giorno.
Recentemente il governo spagnolo ha proposto di introdurre il concetto di “rechazo en frontera”, cioè di “rifiuto alla frontiera”, mirante a legalizzare la prassi dei respingimenti. In questo modo una persona che cercasse di entrare a Ceuta e Melilla in modo irregolare, senza la documentazione richiesta, sarebbe automaticamente respinta e non avrebbe diritto alle garanzie legali previste dalla legislazione nazionale e comunitaria sul diritto di chiedere asilo. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha tuttavia bocciato la proposta.
Giuliano Lebelli