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Meloni-Sanchez, così lontani così vicini: appunti sul patto strategico tra Italia e Spagna

by Eugenio Palazzini
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Roma, 6 apr – Così lontani, così vicini. Visioni politiche sulla carta agli antipodi si sono incrociate ieri, in un vertice che sa di patto strategico, oltre le parole convenzionalmente adatte all’occasione. L’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Pedro Sanchez, se osservato distrattamente come fatto da buona parte dei media italiani, ci appare una mera prassi istituzionale. D’altronde rientra nel tour che Sanchez sta compiendo negli Stati membri dell’Unione europea, in vista della presidenza di turno che spetta a Madrid a partire dal secondo semestre del 2023.

“Quando Italia e Spagna lavorano insieme…”

Ma stiamo per un attimo proprio alle parole di circostanza, quelle che solitamente suscitano sbadigli a chi legge, prima di analizzare in breve quanto emerso da un bilaterale affatto trascurabile. Usiamo allora il punto di osservazione spagnolo, ribaltando così la percezione che di solito abbiamo leggendo prima le dichiarazioni dei rappresentanti di casa nostra. “Quando Italia e Spagna lavorano insieme avvengono cose buone per le nostre società” ed è allora che l’Europa si muove, “come è successo durante la pandemia, quando i nostri sono stati i Paesi più colpiti”. E’ quanto affermato dal presidente spagnolo, con un chiaro riferimento ai fondi stanziati dall’Ue per affrontare i danni provocati dal Covid. L’affermazione, a prescindere dal recente precedente straordinario, è di quelle forti. Proviamo a ripeterla insieme, sintentizzandola e unendo i puntini: “Quando Italia e Spagna lavorano insieme, l’Europa si muove”. Può benissimo essere bollata come esagerata, frutto di un pensarsi centrali anche quando non lo si è davvero. C’è però del vero, in quanto dichiarato da Sanchez, soprattutto in una fase storica che tra nazioni europee lambite dal Mediterraneo richiede una collaborazione priva di pregiudizi ideologici.

Meloni-Sanchez, tutto (o quasi) sull’immigrazione clandestina

Di qui una piccola svolta, inaspettata, sul fronte immigrazione. Un attento quotidiano spagnolo come El Mundo, nell’analizzare l’incontro di ieri, ha sottolineato “la posizione dura della Meloni, contraria all’accoglienza dei migranti, di fronte agli incentivi aperti, alla solidarietà e alla responsabilità che il governo spagnolo chiede”. In Italia sappiamo che, in realtà, la posizione del nostro primo ministro non è così netta. Esattamente come in Spagna dovrebbero sapere bene che pur nell’alveo del progressismo, la mano dell’esecutivo di Madrid si è mostrata decisamente “dura” nel fronteggiare i flussi migratori. L’approccio alle pressioni sulle enclavi di Ceuta e Melilla è lì a dimostrarlo.

Non a caso proprio sull’immigrazione il leader spagnolo si è detto sostanzialmente d’accordo con la Meloni: “E’ un passo in avanti che l’immigrazione clandestina sia stata riconosciuta come un problema europeo e non solo di Italia o Spagna” e che “bisogna parlare meno di dimensione interna e più di quella esterna”. Maggiore attenzione alle frontiere e più soldi europei ai Paesi del Nord Africa (traballante Tunisia su tutti), sono due tra le richieste comuni avanzate da Sanchez e Meloni. Entrambi i capi di governo parlano di “risorse economiche” e “operazioni con Paesi di origine e transito” degli immigrati.

Il partner strategico

I quotidiani spagnoli, in primis il succitato El Mundo, definiscono l’Italia “un partner particolarmente strategico”. Non si riferiscono soltanto al contrasto all’immigrazione irregolare, per ovvia necessità dettata da geografia. La questione riguarda anche i settori di energia, economia e cultura. “Ci sono imprese italiane che hanno guadagnato spazio. Penso ai nostri Freccia Rossa. In Spagna il know how italiano è ben visto e questo vale anche per gli amici spagnoli qui. Siamo due nazioni molto simili, che si capiscono quando parlano anche ciascuno la propria lingua”, ha detto Giorgia Meloni. Sin troppo scontato, si dirà. Eppure importante da rimarcare. Perché partendo da queste basi si può “rafforzare il partenariato strategico” tra Italia e Spagna che invocano tutti, a Madrid come a Roma. Pena conseguenze catastrofiche per noi come per loro. In questo caso, la polemica ideologica non serve a niente, superarla è dirimente per sigillare il limes europeo. Oltre le parole, serve uno scatto “d’imperium” concreto. Italica città, patria di Traiano e Adriano, insegna.

Eugenio Palazzini

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