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Missili dell’Iran sulle basi Usa in Iraq, almeno 80 morti. Al via l’operazione “Soleimani Martire”

by Adolfo Spezzaferro
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Teheran, 8 gen – L’Iran, come aveva annunciato, ha lanciato l’operazione “Soleimani Martire” sferrando un attacco missilistico in Iraq contro due basi dove sono di stanza le truppe Usa e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano si è abbattuta sulla base di al-Asad e su quella di Erbil, come prima rappresaglia per l’assassinio del generale Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti. Almeno 80 morti. Sarebbe questo un primo bilancio dell’attacco missilistico. Secondo la tv di Stato iraniana, ci sarebbe stata anche una seconda ondata di attacchi. Nella notte, nelle ore immediatamente successive all’attacco, sono stati segnalati caccia Usa in volo sulla Siria e caccia iraniani nello spazio aereo iracheno. Il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza – secondo quanto appreso dall’Ansa – e gli uomini si sarebbero rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi. I media irianiani riportano di aerei Usa in fiamme nelle basi dopo la pioggia di missili. L’attacco è iniziato all’1.20 di notte ora locale (mezzanotte circa in Italia), la stessa ora in cui è stato ucciso Soleimani a Baghdad venerdì scorso.

Trump: “Va tutto bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo!”

Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente Donald Trump, sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva. Intanto a Washington si è riunito il Consiglio per la sicurezza nazionale alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono Mark Esper. Dopo il vertice, tweet di Trump: “Va tutto bene! Missili lanciati dall’Iran contro due basi militari in Iraq. Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Rilascerò una dichiarazione in mattinata”.

Teheran: “Se Usa dovessero rispondere colpiremo Dubai, Haifa e Tel Aviv”

Da Teheran il corpo delle Guardie della rivoluzione iraniana ha annunciato come “la feroce vendetta” per l’uccisione del generale Soleimani è iniziata e ha affermato che l’operazione iniziale si è conclusa con successo e che la base di al-Asad, contro cui sarebbero stati lanciati almeno 35 missili, “è stata completamente distrutta“. L’Iran minaccia quindi “azioni ancor più devastanti” se gli Usa dovessero decidere di rispondere. “Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – avvertono i Pasdaran – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran“. Teheran ha intimato al presidente Trump di “ritirare le truppe Usa” dalla regione.

Il ministro degli Esteri iraniano: “Nessuna guerra, misure di autodifesa”

L’Iran ha adottato e concluso misure proporzionate di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite colpendo la base da cui sono stati lanciati attacchi armati codardi contro i nostri cittadini e alti funzionari – spiega su Twitter il ministro degli Esteri Javad Zarif -. Non cerchiamo l’escalation o la guerra, ma ci difenderemo da qualsiasi aggressione“. Intanto volano le quotazioni del petrolio, balzato del 3,4% a 65 dollari, e dell’oro, a quota 1.600 dollari l’oncia ai massimi dal 2013.

Adolfo Spezzaferro

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