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Moldavia, invasione russa o mossa strategica? L’obiettivo di Putin, osservando la mappa

by Eugenio Palazzini
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Roma, 22 feb – Via il decreto del 2012 che sosteneva, in parte, la sovranità della Moldavia nell’ambito delle politiche sul futuro della Transnistria, ormai celebre regione separatista che confina con l’Ucraina e in cui la Russia mantiene truppe. Vladimir Putin ha revocato oggi un decreto che da due lustri sostanzialmente delineava la politica estera russa in un’area strategica anche per il conflitto in corso e che quando entrò in vigore contemplava relazioni migliori con Ue e Stati Uniti. Stando a quanto riferito dal Cremlino, la decisione odierna di Putin è stata presa per “garantire gli interessi russi in relazione ai cambiamenti nelle relazioni internazionali”. Come si traduce tutto ciò? Quali sono le reali intenzioni di Mosca? Proviamo a comprenderlo, al netto della mancanza di certezze di fronte a mosse che possono innanzitutto preparare il terreno per diverse tipologie di azioni.

Moldavia, il decreto stracciato da Putin e i timori di un’invasione russa

Più che un’invasione russa vera e propria, a ben vedere sono senza dubbio prevedibili pressioni e sommovimenti interni alla Moldavia. Timori che a Chisinau aleggiano peraltro da tempo. Il presidente moldavo, Maia Sandu, la scorsa settimana si è espressa così su quelle che a suo avviso sono chiare mire di Mosca: “Il piano per il prossimo periodo prevede azioni con il coinvolgimento di diversivi con addestramento militare, camuffati in abiti civili, che intraprenderanno azioni violente, attaccheranno alcuni edifici statali e persino prenderanno ostaggi“. Nella giornata di ieri, il presidente Usa Joe Biden ha incontrato a Varsavia, tra gli altri, proprio il presidente della Moldavia, assicurando “il sostegno degli Stati Uniti alla sovranità e all’integrità territoriale” dell’ex repubblica sovietica, in seguito alle notizie diffuse sul possibile golpe russo.

La Moldavia e la mappa di Lukashenko

Per quanto improbabile, come detto, le voci su un possibile attacco russo a Chisinau proliferano dal marzo 2022. Nazione senza sbocco al mare, incastonata tra la Romania e l’Ucraina, costituita da un territorio di appena 33mila chilometri quadrati in cui vivono meno di 3 milioni di abitanti, la Moldavia sa di essere una preda facile. Non fa parte dell’Unione europea, non è membro della Nato e la Russia la giudica naturalmente parte integrante del suo “estero vicino”. Consapevolezza di fragilità, dicevamo, emersa in particolar modo poche settimane dopo l’attacco russo all’Ucraina, quando il presidente bielorusso Alexander Lukashenko mostrò una mappa molto particolare.

Durante una riunione del consiglio di sicurezza di Minsk, mandata in onda dalla tv pubblica e inserita sui canali ufficiali del governo bielorusso, Lukashenko sembrava proprio indicare un attacco pianificato dall’Ucraina meridionale alla Moldavia. Nella cartina geografica veniva difatti evidenziato un possibile blitz dal porto di Odessa, dove sarebbero sbarcate le truppe russe che poi avrebbero puntato sulla Moldavia. E’ senz’altro possibile che il leader bielorusso stesse semplicemente segnalando i fronti aperti e quelli apribili in Ucraina, ma proprio allora a Chisinau il ministro degli Esteri Nicu Popescu fece notare che la sua nazione si trovava “in una zona molto rischiosa”.

La Transnistria e l’obiettivo russo più probabile

Regione a est del fiume Dnestr, la Transnistria è internazionalmente riconosciuta come appartenente alla Moldavia ma indipendente de facto dal 1990. Magrissima striscia di terra costellata di simboli sovietici, dove il tempo sembra essersi fermato e il comunismo non è ancora un vecchio ricordo. Considerata terra di affari loschi, traffico di armi e contrabbando, nel 2014, quando Putin si prese la Crimea e iniziò la guerra nel Donbass, la Transnistria chiese di aderire alla Russia. Da allora nulla è cambiato, neppure l’umore di chi governa a Tiraspol – capitale surreale di una terra invisibile – distante meno di 100 chilometri da Odessa.

Posto che nessuno può escludere un tentativo di destabilizzazione della Moldavia, concentrarsi troppo su quello rischia di farci perdere di vista quello che al momento appare come lo stratagemma russo più verosimile. Se il Cremlino dovesse riconoscere l’indipendenza della Transnistria o addirittura annetterla alla Federazione russa, per l’Ucraina si aprirebbe un altro fronte in un “pianeta” speculare al Donbass (vedere bene la mappa).

Ma anche senza forzare la mano, a Putin potrebbe essere sufficiente rafforzare il contingente russo in Transnistria per costringere Kiev a puntellare un’altra zona di confine. Obbligare a spostare truppe, togliendole da aree in cui si sta combattendo adesso, sarebbe chiaramente un modo per indebolire la capacità difensiva ucraina.

Eugenio Palazzini

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8 comments

fabio crociato 22 Febbraio 2023 - 1:57

In Transnistria non c’è nulla di più losco rispetto ad altri territori, anzi (prova ne è che, grazie ad un B. locale, producono caviale, hanno battuto il Real Madrid, consentono ad aziende tessili italiane di produrre con g.profit, ecc.ecc.), a cominciare dalla Moldavia, nella quale ci sono le sedi internazionali più importanti e significative (alla faccia del paesello insignificante), e soprattutto c’è un partito Pas della presidente M.Sandu che persegue la politica di Zelensky e suoi soci ed ex soci al fine di vendere la terra tutta all’ offerente capitalista più aggressivo per vivere di rendita alla faccia del popolo che passerà dalla sopravvivenza senza debiti al capestro debiti. Chiaro? Altrimenti rincaro ben volentieri.
I Russi sono lì come forza di pace speriamo non a loro rischio e pericolo.

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Cesare 22 Febbraio 2023 - 9:34

La mappa che è stata messa è vecchia di un anno.Oggi la Russia controlla un terrotorio almeno 6 volte quello riportato ,incluso tutto il perimetro del mare di Azov, quello sotto a destra per intenderci.E di sicuro i russi non ridaranno indietro un fico secco agli psicopatici nazisti ucraini che uccidono gente inerme ogni giorno con le armi e munizioni anche italiane, oltre a uccidere i prigionieri di guerra russi.La realtà non è certo le favolette degli usurai satanisti occidentali che a qualcuno piacciono tanto

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Luca 23 Febbraio 2023 - 10:41

vedo che anche qui proliferano burattini rossobruni, spero tanto che siano gli ucraini a entrare in Transnistria così da costringere i russi a difendere i residui comunisti in putrefazione oltre il Nistro, la Moldavia è in maggioranza filoEU ed etnicamente parente della Romania, l’aggressione a suo danno sarebbe ancora meno giustificata del donbass. I moldavi hanno tutto il diritto di decidere con chi stare, naturale che non vogliano i russi e preferiscano l’occidente, come tutti del resto. Nemmeno i rossobruni de noantri vogliono stare nella russia del loro padrino, figurarsi le persone normali che desiderano vivere libere! BASTA TROLL RUSSI questo era un sito nazionalista una volta, ora sembra un volantino di Dugin!

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bc 23 Febbraio 2023 - 11:09

Precisazione interessante sfuggita a f.c.: B=Sheriff.

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Evar 23 Febbraio 2023 - 1:55

La dose la rincaro io, caro Crucio, fanatico teppistello da tastiera filorusso.
E’ chiaro come il sole che hai subito qualche taglieggiamento da parte di sbirri ucraini (come se fossi il primo, vai in Africa e Latinoamerica in genere e poi vedi) e stai conducendo tua miseranda vendetta personale.
Magnificare la trans (che strano, sempre lì si finisce con te…) nistria, francobollo mafioso trasformato dal gangster merdoso nella sua vetrina luccicante poi è pura idiozia. Certo però che hanno battuto il Real, quindi cambia tutto. Mo va a cagher.

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fc 25 Febbraio 2023 - 11:24

Tu non rincari più nulla Evar, sei scarico di argomenti e lo palesi pure.

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brutta ciao 25 Febbraio 2023 - 12:33

Abbiamo il cretinetto restato alle SA e SS? Luca fai l’ apostolo di paesi, nazioni, imperi seri e non virgulti servo-capitalistici. La Romania attuale, dai confini farlocchi, è pure Ungheria, lo sai o non lo sai?!

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Ale M 27 Febbraio 2023 - 11:35

La Russia ha difficoltà in Ucraina e sta procedendo una guerra di logoramento che la vedrà probabilmente vittoriosa nel mantenimento del Donbass, ma a caro prezzo. Detto ciò è evidente comunque che aprire il fronte anche in Moldavia non avrebbe senso e che comunque non avendo ancora conquistato Odessa e quel fazzoletto di terra che la separa dalla Crimea (Kherson inclusa) non è logisticamente possibile per la Russia uno scenario del genere. Comunque per i nostri interessi nazionali ed europei è più auspicabile abbandonare il carrozzone guerrafondaio atlantista, spingere a una mediazione e rimuovere le sanzioni per tornare a commerciare coi russi, relegare la Russia alla Cina è una follia dei neocon-dem americani e lasciarsi infinocchiati dal nazionalismo ucraino con le rune è veramente una roba da babbioni e utili idioti dello Zio Sam.

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