Roma, 20 mag — I dottori ne avevano constatato l’avvenuto decesso per Covid e i parenti ne avevano disposto la cremazione, ma alcuni istanti prima che la bara entrasse nel forno la donna si era svegliata, urlando e piangendo: è accaduto in India, Paese che più di tutti sta arrancando per far fronte al coronavirus.

India: morta per Covid, ma si risveglia nella bara

Secondo quanto riportato da Dagospia la protagonista della vicenda — storia che a tratti ricorda la sceneggiatura di un film dell’orrore — si chiama Shakuntala Gaikwade e ha 76 anni. Dopo aver contratto la malattia — manifestando i sintomi di una forma piuttosto virulenta — per la donna era iniziato il calvario di ospedale in ospedale, alla ricerca di un posto letto che le assicurasse cure e assistenza vitali. Invano: in qualsiasi città dell’India le terapie intensive e i reparti Covid sono da settimane al collasso. La donna aveva così perso conoscenza sull’ambulanza che la stava trasportando. Una perdita di conoscenza che tutti, a partire dai dottori, avevano scambiato per decesso. 

A tal punto che i parenti avevano disposto il funerale della povera Shakuntala: il suo corpo era stato posto in una bara e portato al luogo della cremazione. Se non ché, alcuni attimi prima che le fiamme avvolgessero il feretro, la donna si era risvegliata. Resasi conto di quanto stava per accadere, era esplosa in una — assai comprensibile — crisi di panico e pianto. Solo a quel punto è stata condotta in ospedale e curata.

Urina e sterco di vacca contro il Covid

Nel frattempo, sempre restando in India, il Daily Mail riporta la notizia della parlamentare indiana Pragya Thakur, balzata agli onori della cronaca internazionale per aver affermato di essere protetta dal Covid perché bevitrice assidua di urina di mucca. «L’urina può curare le infezioni polmonari causate dal virus», questa la sua dichiarazione. Parole che arrivano a distanza di pochi giorni dalle raccomandazioni diramate dalle associazioni mediche indiane, le quali hanno esortato i cittadini a non ricoprirsi di sterco di vacca e urina per prevenire il Covid.

Nel frattempo, da giorni, gli indù nello stato del Gujarat occidentale fanno la coda per visitare i rifugi per mucche al fine di bagnarsi con i loro escrementi. Questi vengono poi lavati via con il latte. La credenza vuole che le feci di mucca potenzino il sistema immunitario. Il dottor JA Jayalal, presidente della Indian Medical Association, ha però avvertito che la «cura» a base di sterco non funziona e potrebbe invece favorire la diffusione del virus poiché spesso le persone malate si assembrano per sottoporsi al trattamento.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. Occhio perché hanno riscontrato “bare grattate” anche sulle nostre ed altre latitudini. Non è impossibile come verrebbe da pensare. E’, tra l’ altro, una delle cause del “successo” delle cremazioni, piuttosto anticristiane.

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