Un braccio di ferro che sembra destinato a protrarsi a lungo anche in Medio Oriente, quello tra Russia e Stati Uniti, nonostante i recenti accordi sul nucleare iraniano. O forse anche per questi, per non rischiare di passare agli occhi del Congresso americano e di Israele come delle pavide colombe, il governo a guida Obama non può permettersi ulteriori cambi di rotta puntando finalmente su chi il terrorismo lo combatte sul campo da anni. Il governo russo è deciso invece a restare fedele alla linea di appoggio a Teheran e Damasco.
“Se non vogliamo che i terroristi vincano in Siria, con tutte le conseguenze successive per i paesi della regione, soprattutto dal momento che queste conseguenze si riversano ben oltre la regione, vuol dire che è necessario aiutare il governo siriano in questa guerra“, ha detto a chiare lettere Kinshchak.
Non solo, è sempre notizia odierna, come riporta la Reuters, l’ipotesi di fornitura da parte di Mosca di 200 mila tonnellate di GPL all’anno a Damasco. Gas di petrolio liquefatto che partirebbe dai terminali del porto di Kerch in Crimea e giungerebbe in Siria attraverso la Turchia. E qui ovviamente permangono dubbi sulle intenzioni del governo turco, che dovrebbe garantirne il passaggio. Purtroppo fino ad ora Ankara non è di certo stata sulla stessa lunghezza d’onda di Mosca per quanto riguarda il sostegno ad Assad.
Eugenio Palazzini
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