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Nigel Farage pensa di tornare in politica: un problema per BoJo?

by La Redazione
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Nigel Farage, politica

Roma, 30 nov – Una personalità particolare quella di Nigel Farage – spesso contrario alle politiche europee – che lo portò all’abbandono del Partito Conservatore già nel 1992, in seguito all’approvazione del Trattato di Maastricht.

Nigel Farage vuole tornare in politica

Il politico inglese fu attore protagonista della Brexit, fondando l’Ukip, ossia il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, attivo in particolare dal 2010 al 2016. Adesso Farage – dopo il ritiro del 2018 – ha affermato di voler tornare in politica, poiché secondo lui il governo inglese non sarebbe in grado di gestire nel modo opportuno le migrazioni. Un’intenzione che preoccupa soprattutto i Tories, poiché temono di perdere la propria maggioranza qualora Boris Johnson dovesse fallire sulla gestione dell’immigrazione. Lo stesso Farage ha raccontato di essere stato contattato negli ultimi tempi da alcuni finanziatori ed elettori, i quali gli avrebbero chiesto se fosse interessato a tornare in politica. Secondo l’ex politico britannico, molti membri dei Tories stanno perdendo fiducia nel governo.

L’ultimo discorso di Farage 

Nigel Farage, dopo la fondazione dell’Ukip, è stato per anni la spina nel fianco di molti europeisti. Durante il suo ultimo discorso al Parlamento europeo, in cui rimarcò l’importanza della Brexit in quanto manovra anti-globalista, il suo microfono venne interrotto dal presidente della seduta Ue.

“Noi non abbiamo bisogno di una Commissione europea, di una Corte europea – disse Farage in quell’occasione – noi adoriamo l’Europa, ma odiamo la Ue e spero che questo sia l’inizio della fine di questo progetto anti democratico, che non da conto di nulla all’elettorato. Oggi c’è il globalismo contro il populismo, magari non vi piace, ma il populismo sta diventando sempre più popolare. Basta maestrini, basta essere bullizzati. Vi mancheremo e in futuro speriamo di poter collaborare con voi da Stato sovrano“.

Il ritorno del politico inglese non è ancora sicuro, ma intanto le sue accuse al premier Johnson potrebbero colpire il morale degli attuali rappresentanti dell’ala destra governativa britannica.

Gabriele Caramelli

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