Bruxelles, 30 nov — Alla fine è arrivato il dietrofront della Commissione europea: Bruxelles ritira le grottesche «linee guida per la comunicazione inclusiva», che con la scusa dell’inclusione di persone Lgbt, immigrati e femmine livorose abolivano termini come «Natale», rei di urtare la sensibilità dei non-cristiani.

Bruxelles abolisce le linee guida inclusive

Il documento, stilato per i dipendenti della Commissione europea nella comunicazione esterna ed interna, voleva essere una sorta di vademecum all’insegna della correttezza politica. Algide linee guida per destreggiarsi nel campo minato della comunicazione genderfluida, apolide e atea, per affrontare in modo «inclusivo» i temi «razziali ed etnici» o le «culture, stili di vita e credenze». Ovviamente a discapito delle «culture, stili di vita e credenze» europee, completamente spazzate via dal neo regolamento made in CE. Via quindi «Natale o vacanze natalizie» per non offendere le minoranze, vietato dire «Maria e Giovanni sono una coppia internazionale», bisogna dire «Malika e Giulio sono una coppia internazionale». Abolito anche «Signori e signore» per un più neutro «cari colleghi».

Lo sdegno degli europei

La notizia delle linee guida inclusive ha fatto il giro d’Europa, provocando l’indignazione di migliaia di cittadini e suscitando l’intervento di molti europarlamentari e leader politici. A tal punto da convincere il commissario europeo alla Parità, Helena Dalli, a ritirare il vademecum politicamente corretto. «La mia iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle sue funzioni aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei».

Insomma, per la Dalli l’unico modo di illustrare le diversità portate dall’immigrazione è dato dal cancellare e appiattire la cultura europea. Però poi ammette: «Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente questo scopo. Non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione. Le linee guida richiedono chiaramente più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento». Siamo quasi timorosi di sapere come sarà il prossimo. 

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

2 Commenti

  1. Ma che Europa è se le sue decisioni fanno sdegnare gli europei ?
    Figuratevi che si è sdegnato, anche se con un po’ di ritardo, pure il Vaticano !
    E già, i tempi non sono maturi !

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