Roma, 9 nov – La Francia torna ad attaccare l’Italia sulla gestione dell’immigrazione. Dopo aver concesso il porto di Marsiglia alla Ocean Viking, il governo di Parigi ha definito quello delle autorità italiane un “comportamento irresponsabile“. Secondo una fonte dell’esecutivo guidato da Macron citata dai media transalpini, l’atteggiamento del governo italiano è “contrario al diritto del mare ed allo spirito di solidarietà europea”, mentre “noi ci aspettiamo altre cose da un Paese che oggi è il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà europea”. Ora, è bene ribadire che la Ocean Viking è una nave noleggiata dal luglio 2019 dall’associazione SOS Méditerranée, Ong con sede proprio a Marsiglia. Dunque la Francia non ha fatto altro che aprire il porto a una “sua” imbarcazione.
A ben vedere la mossa del governo Macron è quindi una furbata: tentare di mostrarsi accoglienti prendendosi soltanto i clandestini trasportati da una Ong di casa e al contempo accusare, neanche troppo velatamente, l’Italia di non rispettare le leggi internazionali sull’immigrazione. Non paga, Parigi continua a puntarci il ditino contro, prova ad ammonirci, a darci lezioncine stucchevoli, a tirarci le orecchie come se fossimo piccole pesti da rimproverare. E “si aspetta” cose, non meglio definite, ovvero ci fa sapere che continuerà a monitorarci. Una posa che ha stufato e che per certi versi potremmo tranquillamente stroncare come inammissibile, rispendendo al mittente accuse senza senso. D’altronde, su quattro navi Ong, la Francia ne ha accolte soltanto una, le altre tre sono rimaste in Italia.
Eppure con Parigi c’è in ballo una rinnovata collaborazione, per quanto soft, embrionale, sulla carta appena accennata dall’incontro tra Macron e Meloni. Dalla guerra in Ucraina ai dossier europei, passando per l’infuocata situazione nel Sahel, è necessario comprendere che uno scontro tra Francia e Italia sarebbe deleterio per noi come per loro. Ed è anche per questo che il governo Macron dovrebbe adesso piantarla con spocchia e tronfiezza, farla finita con quella stereotipata tracotanza tipicamente francese. Perché non può permettersi di giocarsi relazioni diplomatiche quanto mai fondamentali. Nel frattempo, l’esecutivo italiano si dia una svegliata e lo dica chiaramente: non prendiamo lezioni.
Eugenio Palazzini
1 commento
Ma con tutti i morti e le stragi che hanno avuto, causate dai non indigeni, i moderni governanti francesi ancora professano in casa d’ altri su questo tema… O riparano con noi, ovviamente con altri conduttori, oppure andassero a nascondersi nel Quebec…