Scalea, cosa rappresenta il premio al Quartetto? Ć un elogio delle “primavere arabe”?
In realtĆ il Quartetto ci pone in una situazione giĆ post-āprimaveraā. Dopo le rivolte, infatti, nel Paese nordafricano andò al potere Ennahda, un partito omologo a quello dei Fratelli musulmani. Diversi leader di sinistra furono uccisi e nelle moschee si cominciavano a fare discorsi molto infuocati. Il Quartetto fa parte di alcune forze della societĆ civile che crearono un governo di unitĆ nazionale e portarono il Paese verso le elezioni.
Quindi si tratta di una situazione che ha poco a che fare con la āprimavera tunisinaā e anzi ne ha in parte dovuto combattere gli effetti?
Di tutti i Paesi investiti dalle cosiddette āprimavere arabeā, solo solo in Tunisia si ĆØ arrivati a una forma di democrazia più o meno stabile. Forse, dal punto di vista di chi ha conferito il premio, celebrareĀ proprio loro ha un che di autoconsolatorio: significa dire che la normalitĆ ĆØ questa, sono gli altri le eccezioni. Come dire che se la realtĆ delle āprimavere arabeā non ci piace, ĆØ sbagliata la realtĆ …
Anche in Tunisia, del resto, la ārivoluzioneā ha lasciato strascichi. Gli islamisti non sarannoĀ più al governo, ma in seguito alla āprimaveraā hanno conquistato vaste parti della nazione…
Diciamo che rispetto alla situazione pre-āprimaveraā, oggi la Tunisia sta meglio da un punto di vista delle libertĆ , ma sta decisamente peggio dal punto di vista della sicurezza. In intere regioni del Paese lo Stato ĆØ pressochĆ© assente. Al confine con l’Algeria c’ĆØ la guerriglia e si tratta di una zona disabitata e occupata militarmente, in cui di fatto ĆØ impossibile accedere. Nella parte sud ci sono tanti libici quanti sono i tuinisini, comandano le milizie e c’ĆØ un grande problema di fondamentalismo religioso. La Tunisia ĆØ il Paese che, in rapporto ai suoi abitanti, ha fornito più foreign fighters jihadisti alla Siria.
L’anno scorso qualcuno propose come vincitore del Nobel per la Pace Putin. Fu preso per matto. Non ĆØ che questo riconoscimento tende a privilegiare la forma alla sostanza?
Ci sono due aspetti. Uno riguarda il fatto che la realpolitik non piace. Quindi chi opera in modo sostanziale ĆØ meno importante di un Obama appena insediato, che non ha ancora fatto nulla, ma ha rilasciato delle dichiarazioni in linea con il pensiero dominante. Secondo: il Nobel ĆØ sempre espressione di una parte precisa del mondo, che per comoditĆ chiameremo āOccidenteā. Quando vince un non occidentale ĆØ sempre qualcuno che spinge per l’occidentalizzazione del suo Paese.
Cosa pensa del Nobel per la Letteratura alla scrittrice anti-putiniana Svetlana Aleksievic?
Non potendo premiare il solito dissidente iraniano a causa dell’accordo con gli Usa sul nucleare, era ovvio che premiassero qualche oppositore di Putin…