Roma, 25 mag — Anche la storica marca di abbigliamento outdoor North Face si dà al woke più sfrenato affidando il lancio della collezione dedicata al Pride a un inquietante travestito con tanto di baffi.

North face si dà al woke per il mese del Pride

Si avvicina a grandi passi giugno, il mese del Pride — come se gli altri mesi dell’anno non fossimo bombardati dall’estenuante propaganda arcobaleno — e le grandi aziende sgomitano per segnalare il proprio sostegno alla causa Lgbt. (Nei Paesi occidentali, ovviamente. In quelli arabi, le multinazionali si «scordano» ogni anno di colorare i propri loghi con le tinte arcobaleno e di diffondere pubblicità che potrebbero costare qualche carotide. Ubi Maometto, inclusività cessat). E, come detto, North face non è certo stata a guardare.

Una “bella” drag queen e passa la paura

Per pubblicizzare una serie di eventi all’aperto a tema Lgbt, chiamata Summer of Pride, l’azienda ha diffuso un video avvalendosi della drag queen Pattie Gonia, in cui quest’ultimo incoraggia il pubblico a «fare coming out», cioè andare allo scoperto e rivelare la propria omosessualità. L’uomo, vestito in abbigliamento femminile North Face a tinte arcobaleno, baffi, trucco pesante e parrucca, invita i followers a unirsi al Summer of Pride e riunirsi all’aperto per praticare escursioni e «celebrare il Pride». «Questo tour ha tutto: escursioni, comunità, arte, lesbiche, lesbiche che fanno arte», esclama il travestito sbertucciando voce e atteggiamenti femminili nel peggiore degli stereotipi sulla donna querula e senza cervello. Al contempo North Face ha lanciato la sua collezione Pride 2023, che vanta una selezione di vestiti arcobaleno per bambini, tra cui una maglietta recante la scritta «all’aperto insieme».

Il video ha provocato l’immediata reazione degli utenti social che hanno annunciato azioni di boicottaggio, portando ad esempio la sfortunata collaborazione della birra Bud Light con la star trans Dylan Mulvaney, dove in pochi giorni la mobilitazione di centinaia di migliaia di acquirenti aveva fatto inabissare le vendite del marchio. Chissà che non vi riescano di nuovo con North Face.

Il video della campagna 

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. Ho visto il post su Instagram, anzi due post, e praticamente tutti hanno scritto di smettere di seguire TNF e di acquistare i loro abiti. Me compreso (che tra l’altro non ho mai avuto nulla di quella marca).
    La moda, poi, di “arcobalenizzare” il proprio logo è davvero ridicola. Non è mai stato fatto nulla del genere per altre categorie di persone.

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