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I nuovi rapporti tra Iran e Usa: la riconciliazione è già sepolta?

by Paolo Mauri
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usaTeheran, 27 feb – Nella giornata di ieri l’Iran ha dato il via alle previste esercitazioni navali che si terranno in questi giorni tra lo Stretto di Hormuz, il Golfo di Oman, Bab el-Mandab e la parte settentrionale dell’Oceano Indiano nonostante il clima di tensione che vede Teheran contrapporsi a Washington.

La nuova amministrazione di Trump sembra infatti aver assunto una linea dura verso la Repubblica Islamica dell’Iran, anche più dura rispetto al precedente inquilino della Casa Bianca: il neo Presidente degli Usa intende infatti rinegoziare l’accordo sul nucleare iraniano, eventualità ritenuta impossibile da Teheran, che ha infatti mandato un segnale inequivocabile lo scorso 29 gennaio effettuando un lancio di prova di un missile balistico; test missilistico risoltosi in un insuccesso ad onor del vero, dato che il veicolo di rientro è esploso prima di completare la sua regolare traiettoria di volo, anche se non è chiaro se la detonazione sia stata indotta deliberatamente oppure dovuta ad un malfunzionamento del Rv (Reentry Vehicle).
Parole dure sono state usate anche dalla diplomazia e dallo stesso Roahni in occasione dell’anniversario della Rivoluzione, dove centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran scandendo slogan che non si sentivano dai tempi dell’Ayatollah Kohmeini: il test missilistico ha infatti innescato la volontà di stabilire nuove sanzioni internazionali verso l’Iran, cosa che ha ulteriormente inasprito la dialettica politica tra le due Nazioni tanto da aver provocato la dichiarazione del Presidente iraniano che ha affermato che Trump “Si pentirà di aver utilizzato un linguaggio minaccioso contro questa nazione”, rincarando la dose dicendo che “Si pentirà di aver utilizzato un linguaggio minaccioso contro questa nazione”.

Una linea dura rispetto a quanto detto dall’autorità religiosa del Paese, l’Ayatollah Khamenei, che si era limitato ad una più morbida dichiarazione su come Trump rappresentasse il vero volto dell’America: “Diciamo grazie a Trump perché ci facilita nel compito di rendere evidente il vero volto degli Usa. Tutto ciò che noi da trent’anni diciamo a proposito della corruzione politica, economica, morale e sociale all’interno del potere americano, quest’uomo l’ha messo a nudo nella campagna elettorale e subito dopo. Con quello che fa mette in chiaro la realtà americana: hanno messo le manette a un bimbo di 5 anni”. Sembra quindi di respirare aria da anni ’80 nel Golfo Persico, quando le motovedette dei Pasdaran iraniani lanciavano missili antinave all’indirizzo delle petroliere, e delle navi da guerra Usa, che incrociavano nello Stretto di Hormuz e gli Stati Uniti erano “il grande Satana”, e l’esercitazione, la più grande degli ultimi anni per numero di mezzi e uomini impiegati, sembra appunto essere più una dimostrazione di forza verso Washington e Ryad che avere come obiettivo “l’addestramento contro il terrorismo e la pirateria” che infesta quella parte di mare: secondo l’agenzia stampa iraniania Irna, infatti, all’esercitazione, nome in codice “Velayat 95” prenderanno parte vascelli di superficie, sottomarini, elicotteri e i Marines iraniani che effettueranno azioni dimostrative lungo la costa sud-orientale del Paese unitamente alle Forze Speciali.

Un’esercitazione che è una dimostrazione di forza da considerare anche sul piano del contrasto alla politica di Ryad nell’area e soprattutto nello Yemen, dove i ribelli Houti sciiti sono sostenuti da Teheran in opposizione al regime, sunnita, di Sana’a supportato oltre che dall’Arabia Saudita anche dagli Stati Uniti, che già nei mesi scorsi erano intervenuti direttamente nella vicenda. Intervento statunitense in supporto di Ryad e delle sue milizie che non è affatto cessato col cambio di amministrazione alla Casa Bianca andando ulteriormente ad incrinare i rapporti tra i due Paesi.

Paolo Mauri

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1 commento

Flussi 1 Marzo 2017 - 4:17

Tutta scena, fanno alzare il prezzo del petrolio, giustificano alle rispettive opinioni pubbliche la necessità di spese militari, imbastiscono la retorica dello scontro così sviano da manovre serie ed impopolari che stanno per varare ecc. tutto già visto, ma poi che ci fidiamo dell’Iran che son 30 anni che ci prende in giro con l’ “antiebraismo” mentre con Israele ci commercia al primo posto fra i fornitori energia/armi appunto da 3 decenni? Via su

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