
Immediata la risposta del governo giapponese guidato da Shinzo Abe che afferma, per bocca di Yoshihide Suga, portavoce dell’esecutivo che “la linea del nostro Paese, contribuire alla lotta contro il terrorismo senza cedimenti, resta immutata”.
I 200 milioni di dollari, ovvero la cifra richiesta come riscatto, in cambio della vita dei due prigionieri, equivarrebbe all’ammontare di aiuti non militari promessi dal premier giapponese, Shinzo Abe, ai Paesi che combattono contro gli jihadisti dello Stato islamico.
I due ostaggi sono Haruna Yukawa, già comparso in un altro video ad agosto mentre veniva brutalmente interrogato dai sequestratori, e Kenji Goto Jogo, giornalista free lance di 48 anni che realizzava documentari in Medio Oriente per conto della compagnia di produzione nipponica Independent Press.
Alessandro Pallini