E cosa pensano ora i progressisti statunitensi per riconquistare il terreno perduto? Ebbene, non ci crederete, ma vogliono candidare Michelle Obama per le elezioni del 2020. Lo spiega il Time che dà conto della grande voglia degli elettori americani di vedere la first lady uscente in corsa per le prossime presidenziali. Subito dopo i risultati, #Michelle2020 è diventato un hashtag diffusissimo su Twitter. A quanto pare, la sinistra di ogni latitudine fatica a emanciparsi dalla logica mediatica che glorifica i personaggi cool del politicamente corretto, a prescindere da qualsiasi plausibilità politica. In fin dei conti se è fallito il sogno di avere il primo presidente donna dopo il primo presidente nero, perché non rilanciare con un presidente nero e donna? Peccato che, per quei milioni di americani che vivono fuori dalla bolla dei social e dai miti della tv, una eventuale candidatura di Michelle Obama sembrerebbe esattamente ciò che è: una scelta dinastica, castale, autoreferenziale.
Gli Usa nascono senza aristocrazia e in lotta contro l’aristocrazia, ma hanno sviluppato quelle che Geminello Alvi chiama “aristocrazie venali”: i Bush, i Clinton, i Kennedy. Ci manca solo che ora si impongano gli Obama, al potere per diritto di pigmentazione e per consacrazione da social. Se continuano così, non vinceranno mai più.
Adriano Scianca
Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.
” più orti per tutti”…