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Carceri israeliane, detenuti palestinesi in sciopero della fame, c’è anche Barghouti

by La Redazione
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Ramallah, 17 apr. – Marwan Barghouti, il più famoso detenuto palestinese nelle carceri israeliane ha iniziato questa mattina il suo sciopero della fame. Con lui altri 1187 detenuti politici palestinesi nelle varie prigioni dello stato di Israele. Una protesta appoggiata anche da Hamas, che tuttavia non ha ancora invitato detenuti appartenenti al movimento ad aderirvi. Barghouti e i detenuti scioperano per chiedere migliori condizioni di vita nelle carceri. Ma soprattutto protestano contro i vertici di al-Fatah, in particolare contro la linea morbida dell’Anp nei confronti di Israele, con cui la leadership palestinese ha avviato la collaborazione per il controllo della sicurezza. Questa morbidezza palestinese, vista come un piegarsi a Israele, non piace né a Barghouti né ai palestinesi, che ormai da mesi hanno indetto una serie di manifestazioni in tutta la Cisgiordania per protestare contro Abu Mazen e il suo partito. Quella di Barghouti è anche una sfida a coloro che si sono candidati a sostituire l’82enne presidente Abu Mazen.

Barghouti, in prigione dal 15 aprile 2002, oggi si trova ad Hadarim, carcere di massima sicurezza vicino a Tel Aviv. La sua è la cella numero 28. Sta scontando 5 ergastoli. Quelle poche volte che Barghouti ha fatto sentire la sua voce dal carcere la base dei palestinesi lo ha ascoltato. Nel 2009 ha stravinto, dal carcere, le elezioni del comitato centrale di al-Fatah senza essere candidato. Lo scorso dicembre idem, con il 70% dei voti. Ma ciononostante è stato escluso anche questa volta dalla vicepresidenza del partito.

In questi 15 anni di prigionia, per conoscere e combattere il nemico, Barghouti ha imparato a leggere e scrivere l’ebraico. Ecco perché sa perfettamente come interloquire con loro.

Oggi Marwan Barghouti chiede che vengano aumentati i giorni di visita per i familiari dei prigionieri, che si risolva il problema dell’affollamento delle celle, che vengano migliorati i servizi medici e che venga messa la parola fine alla detenzione amministrativa. Israele ha già fatto sapere che non intende negoziare e pur di non mandare negli ospedali quei detenuti che rischieranno la vita con lo sciopero della fame, ha già predisposto un ospedale da campo vicino al carcere dove si pensa ci sia lo sciopero più massiccio. Inoltre ha già fatto sapere che ci saranno pesanti ritorsioni verso coloro che sciopereranno, dato che il rifiuto del cibo viene visto come una violazione della legge.

Insieme allo sciopero della fame Barghouti ha esortato i palestinesi ovunque si trovino ad organizzare azioni di solidarietà verso la protesta dei detenuti. Se lo sciopero della fame, che coinvolge circa la metà dei detenuti politici palestinesi, avrà successo non solo nelle carceri israeliane i detenuti potranno vivere meglio. Per Barghouti questa sarà la sua grande rivincita. Significherà che i funzionari palestinesi dovranno fare i conti con lui prima di prendere le loro decisioni. Perché anche dal carcere Marwan Barghouti riesce a essere più popolare e influente sui palestinesi di qualunque altro Presidente dopo Arafat.

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